Non vorrei passare per uno che sa solo brontolare e protestare.
Certo che sono contento, molto contento, del fatto che finalmente i giganti ricevano l’attenzione che meritano.
Oggi, per esempio, la Nuova Sardegna pubblica un nuovo articolo su di loro.
Ma non dimentichiamo neppure come tutta la parte recente di questa storia sia cominciata.
A fine settembre Cagliaripad riporta una notizia bizzarra: “Mont’e Prama, il Ministero impone il silenzio stampa sulle scoperte” (http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=11625&%3Bl=2).
Io il 28 settembre scrivo I giganti invisibili e lo pubblico su Sardegnablogger, allora soltanto su FB.
In un giorno la mia denuncia ha passato le 9000 visualizzazioni e le 180 condivisioni su FB.
In tutto arriverà a oltre 20.000 visualizzazioni.
Poi segue a ruota l’articolo si Fiorenzo Caterini (Se i giganti di Monte Prama fossero made in China), che raggiungerà le 50.000 visualizzazioni e centinaia di condivisioni su FB.
L’imposizione del silenzio stampa viene ritirata –“Siamo stati fraintesi”– e anche i media tradizionali cominciano a interessarsi ai giganti.
Poi arrivano anche i giornali italiani.
Come si dice: “il popolo di internet” ha impedito che i giganti venissero nascosti per la seconda volta.
Questa è la semplice verità che in questi giorni viene taciuta.
Adesso sono tutti orgogliosi e da sempre sostenitori della rivoluzione provocata dai giganti nel modo in cui i sardi guardano a se stessi e alla loro storia.
La vittoria ha mille padri.
Ma …ma questa è cronaca di un paio di mesi fa.
A pigai in giru a Silicua, come si dice a Iglesias.
Senza la reazione “inattesa” della rete, gli italiani avrebbero imposto il silenzio stampa, con tutti gli ossequi dei “grandi scopritori dei giganti”, ma con quaranta anni di ritardo.
Gli italiani–il ministero dei beni culturali–sapevano bene come sarebbe stata interpretata la nuova/vecchia scoperta.
Esattamente come è stata interpretata.
Un’interpretazione per tutti: Un gigante triste guarda al Ministero uno allegro a Monteprama
Ecco perché si doveva impedire di sapere quello che si stava scoprendo.
Ecco perché per trenta anni li hanno tenuti nascosti in un magazzino.
Ed ecco perché sono arrivati–prevedibilissimi–gli attacchi miserabili alla mia persona e a Sardegnablogger, da parte dei vari “untori”, mentecatti al servizio dell’archeologia di regime.
Fine settembre, fine dicembre 2014: i tre mesi che hanno cambiato l’archeologia sarda.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.012 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design