Agnese dolce Agnese è il settimo album di Ivan Graziani, uscito nel 1979. Il lavoro del cantautore sardo abruzzese è tra i migliori della sua produzione e la canzone che da titolo all’album rimarrà, per sempre, nell’olimpo della musica italiana. Sulla canzone c’è una piccola storia legata alla mia esperienza radiofonica a Teleradio Alghero 101. A quei tempi non possedevamo tutti gli album o i 45 giri che uscivano. Era una semplice questione di risorse economiche. Gli introiti della pubblicità servivano per pagare l’affitto, la luce, i pezzi di ricambio del trasmettitore e solo una piccola parte finivano in dischi. Avevamo però stretto un piccolo patto con le due rivendite di Alghero: si garantiva l’acquisto ad entrambe, si faceva loro pubblicità ed in cambio loro ci “prestavano” per qualche giorno il disco che sarebbe stato registrato in musicassetta e catalogato, oltre che restituito ai legittimi proprietari. (lo so che era politicamente scorretto ma eravamo volontari e soldi non ne giravano). Non tutto filava sempre liscio anche perché (ed era un dramma) qualche volta le musicassette si attorcigliavano all’interno del registratore (e si dovevano prima togliere e successivamente riavvolgere introducendo una penna a biro nelle rotelline dentate di plastica che servivano per agganciare la cassetta al registratore) o, ancora peggio, si rompevano. Il lavoro certosino era quello di sistemarle con del nastro adesivo ma, in questo modo si perdevano dei pezzi di canzoni che, letteralmente saltavano. All’album di Ivan Graziani successe proprio questo. La cassetta dove era stato registrato si ruppe sulla traccia di Agnese dolce Agnese e la canzone, pertanto, risultava monca. La cosa terribile però che quella maledetta cassetta si ruppe il giorno che sostituivo Claudio nel suo programma tele-richiesta. Gli ascoltatori richiedevano i brani e noi dovevamo accontentarli in tutti i modi. Così un’ascoltatrice chiese Agnese dolce Agnese ed io cominciai a sudare. Non potevo – per ovvi motivi – dire che si era rotta la cassetta. Cominciai a trovare delle scuse terribili: il disco è fuori posto, magari lo ha preso Claudio, la canzone non è bellissima (mi pento di questa scusa) perché non ne scegli un’altra? Lei mi rispose che era una canzone da dedicare ad una sua carissima amica con la quale avevano condiviso un pezzo di vita e in quell’intervallo ascoltavano sempre Agnese dolce Agnese. Chiesi il nome della sua amica e mi rispose: “Lucia”. A volte, anche i santi aiutano. Dissi alla ragazza: “senti, ma oggi è Santa Lucia, facciamo un regalo bellissimo alla tua amica: mettiamo Santa Lucia di Francesco De Gregori”. Rispose di non conoscere quella canzone ma, alla fine, la convinsi. Quel 13 dicembre 1979 passò Santa Lucia del principe (tratta dal bellissimo album Bufalo Bill, del 1976), mentre persi oltre due ore a sistemare la musicassetta di Agnese dolce Agnese. Oggi, Santa Lucia, ricordando questo episodio mi sono reso conto che sono trascorsi solo 42 anni. Forse troppi. Chissà.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.018 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design