Sono cresciuto con il Corriere dei piccoli e i suoi fumetti. Ricordo, tra gli altri, Luc Orient, Michel Vaillant, Ric Roland e anche Arcibaldo e Petronilla. Nel corriere dei piccoli si imparava, oltre che a leggere con il fumetto, anche a leggere davvero con i romanzi a puntate di Mino Milani o le favole di Gianni Rodari. Era il 1968 quando Carlo Triberti decise che il “corrierino” diventasse un settimanale tutto a colori.Fu lui a capire l’importanza di alcune serie di fumetti.Avevo nove anni quando mi imbattei in questo nuovo settimanale che era molto più bello del cattolico “il giornalino”, distribuito insieme alla famiglia cristiana.Amavo moltissimo Michel Vaillant, il biondo pilota di formula 1.Erano belle le storie di Dan Cooper, un aviatore canadese che giocava tra lo spionaggio e la fantascienza.Facevano la loro prima comparsa anche i puffi ma, soprattutto, la storia che ho amato da sempre e per sempre: Una ballata del mare salato, scritta e disegnata da Hugo Pratt.Fu l’inizio di un idillio tra me e Corto Maltese, quei mari appena colorati, quelle storie intense ed istruttive, quell’amore e quel rispetto per tutti, Rasputin compreso.Grazie a Pratt conobbi, da adolescente, il mondo incantato di Amado e della sua Teresa Batista. Perché non è vero che i fumetti non sono “cose” serie. Trattandosi di “cose” che utilizzano i bambini sono per definizione serissime.Il corriere dei piccoli uscì per la prima volta il 27 dicembre del 1908.Era un supplemento del Corriere della Sera e si rivolgeva ai figli di una nascente borghesia.Fu una rivoluzione per i bambini di allora e per noi ragazzini degli anni sessanta. A leggere la pagina del “marmittone”, la caricatura di un soldato oppresso dai superiori e che finiva le sue giornate in gattabuia. L’ultima pagina era quasi sempre dedicata all’avventura del Signor Bonaventura che inevitabilmente finiva con in mano l’assegno di un milione delle vecchie lire.Il corrierino non esiste più dal 1996 invaso da altre testate, da nuovi fumetti e, soprattutto, dalla televisione ed internet. Eppure, a guardarli oggi, quei vecchi fogli con il Marmittone e Bonaventura ci rendiamo conto di quanta cura e amore c’era dietro un settimanale che ha svezzato molte generazioni. Ed io, di tanto in tanto, mi rileggo le storie di Michel Vaillant e di Corto Maltese recentemente pubblicate integralmente dal Corriere della Sera in volumi cartonati e bellissimi. Serve per rimanere giovani e correre dietro ai motori e ad un mare immenso che solo Hugo Pratt sapeva disegnare. Se poi avete voglia e siete a Cagliari andate a vedere la magnifica mostra dedicata ad Hugo Pratt. Ne vale davvero la pena.
Giampaolo Cassitta.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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