Avevo deciso di amarti. Avevo scritto una bella lettera, avevo allegato una splendida foto senza troppi veli, te l’ho inviata. Ma, mentre aspettavo la risposta, mi rendevo conto di aver scritto ad un indirizzo sbagliato. Vi è mai capitato? Bene, magari non proprio in questo modo singolare e terribile, ma alzi la mano chi non ha sbagliato, almeno una volta, nell’ inviare una mail ad un indirizzo sbagliato, senza l’allegato, o con una foto compromettente. Insomma, cose che prima, ai miei tempi, chiaramente non accadevano. Non succedeva, infatti, di dire “cicciolino” alla persona sbagliata: lo si scriveva in una lettera, ben indirizzata. Magari l’unica paura è che lo potesse leggere la famigerata madre. Insomma, altri tempi. Oggi, nella velocità dell’attimo, la nostra bulimia di risposta veloce a tutto cioò che ci viene richiesto, ci porta a commettere errori, a volte irrimediabili, nella gestione di un rapporto di amicizia o di amore. E’ vietato, per esempio, mettere un “like” alla foto del/lla tuo/a ex. Eticamente terribile e di cattivo gusto. Se lo hai fatto lo puoi levare, certo, ma se qualcuno ha “fotografato” quel like con uno “screenshot” la frittata è fatta. Ma, ritornando all’errore iniziale: se abbiamo sbagliato indirizzo o ci siamo pentiti di ciò che abbiamo scritto e intendiamo modificarlo o addirittura eliminarlo per sempre, come facciamo? Niente paura, ci pensa fratello Google con la funzione “annulla” nelle caselle di posta del suo provider Gmail, funzione che permette di recedere all’invio di una email fino a trenta secondi dopo la decisione di mandarla. Quindi, avete trenta secondi di tempo per cambiare idea sul vostro datore di lavoro, sulla vostra amante, sul mandare a quel paese qualcuno attraverso mail. E dopo? Se non fate niente quella mail, inesorabilmente parte. Trenta secondi sono pochi davanti al dilemma di una scelta? Nel basket ne bastano molti di meno per cambiare l’esisto di un intero campionato. Suvvia, trenta secondi per poter dire no non sono pochi. A volte sono quel lasso di tempo che scorre tra la ricerca di un bacio e l’incertezza di ottenerlo. Un battito d’ali, un pensiero cattivo che sfugge alla razionalità, un abbraccio per calmare oppure per avvolgere. Date retta a Google: trenta secondi possono cambiarvi la vita. Poi, se proprio non ne siete convinti, esistono ancora quelle forme arcaiche di scrivere, obbligatoriamente a mano, le lettere, infilarle in una buca ed essere certi di averle inviate all’indirizzo giusto. Per poi scoprire, in attesa della risposta, che il capo ha cambiato idea su di voi, l’amante si è scocciata di aspettare e la fidanzata è fuggita con un altro. Insomma, se una lettera prolungava l’attesa, una mail rende la quotidianità tesa. Avete trenta secondi per decidere. Cominciate a contare.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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