Ne riparleremo ma ve lo anticipo: Tex Willer sbarca in Sardegna con tutti i suoi pards: Kit Carson, Tiger Jack e suo figlio Kit. Arrivano con la Tirrenia o con la Ryanair? Beh, a dire il vero ai tempi loro c’erano solo i battelli da fiume e i transatlantici tipo Titanic. Quindi il suo arrivo è avvolto nel mistero. Porterà i cavalli? Chissà. Dove potrà mangiare a Cagliari? Dove troveranno le bistecche alte così, la montagna di patatine e la torta di mele, il tutto annaffiato da fiumi di birra? Pare che dalle parti del quartiere della Marina si stiano organizzando. Insomma, il vecchio ed eterno ranger da appuntamento a Cagliari tra il 18 e il 24 novembre. In realtà si tratta di un grande omaggio ad Aurelio Galeppini (in arte Galep) il vero papà che ha dato il volto a Tex Willer e ai suoi pards nel centenario della sua nascita. Galep, di origine sarda ha sempre ammesso che molti monti disegnati nella saga bonelliana erano, in realtà ricordi del sulcis-iglesiente. Come dire: Tex Willer viveva dalle nostre parti e solo in pochi lo sapevano. So di toccare un argomento di culto per alcuni. La mia generazione è cresciuta con Tex, Zagor, Diabolik (si ristampano e si colorano i primi numeri grazie ad un’iniziativa editoriale di Repubblica) e se a tutti dovessero chiedere qual è l’episodio più bello della saga molti diranno quelli contro Mefisto e Yama il suo diabolico figlio. In realtà la parte fantastica di Tex Willer non mi è mai piaciuta moltissimo. Ci sono invece due storie che amo particolarmente: quella in cui lui si fa passare per bandito e si fa chiamare Gilas e nei quattro volumi costruirà un vero inferno (il clou del racconto è “Inferno a Robber City”) e anche tutti gli episodi nei quali sconfina in sud America (Mexico, per esempio è bellissimo). Sono rimasto ancorato a certe storie e Tex Willer è sul mio comodino da sempre e non credete a quelli che vi diranno che hanno le confessioni di Sant’Agostino. Non è vero, gran puttifarre, sono solo degli autentici satanassi!
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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