Non guardo molta televisione (per esempio, in questo momento non sto guardando Svezia-Italia).
Trovo tutto molto noioso e ripetitivo. Si salva a volte la pubblicità e, non sempre, il tg a loop di Rainews24, rari film, qualche evento sportivo. Il resto è una palla bestiale. È come se i produttori e i responsabili dei palinsesti avessero trovato la formula magica per andare avanti senza dover inventare cose nuove. Lo testimonia il successo di prodotti quotidiani (Un posto al Sole, Beautiful) o stagionali (il Grande Fratello, l’Isola dei Famosi, Don Matteo, Ballando con le stelle).
In mezzo a questo brodo pieno di conservanti, poche cose mi pesano come le prediche della Littizzetto. Il suo abbinamento a Fazio sembra immutabile, come se loro, il programma e il pubblico che lo guarda avessero raggiunto la stasi, l’entropia televisiva, la palude delle idee con la benedizione dell’Auditel. Di recente hanno dedicato una predica agli incendi nel Nord Italia, concentrando l’anatema contro “i piromani” e senza spendere una parola sul perché faccia troppo caldo e piova troppo poco o troppo a seconda dei periodi. Fazio e Littizzetto sono tutto ciò che resta della TV degli Anni 90, quella in cui abbondavano i Guzzanti, i Paolo Rossi, gli Jannacci. Erano tempi in cui lo spettatore della televizione commerciale non era lo stesso che guardava “Su la testa” o “Avanzi”, in cui era chiara a tutti la differenza tra la comicità dei Guzzanti e quella del Bagaglino e lo stesso Baudo, in una sferzante critica da Rai a Rai, poteva dire “trasmetteremo da uno studio bellamente arredato e non da una pattumiera” (riferendosi alla scenografia trash scelta da Paolo Rossi). Erano tempi in cui le differenze erano forti e chiare.
Oggi, anche oggi, si può provare a immaginare il pubblico di Don Matteo o quello del Grande Fratello. Il gioco sembra riuscire anche all’inverso, provando a indovinare ad esempio i gusti televisivi di un berlusconiano nostalgico. Ma il pubblico di Fazio? È lo stesso che poi vota MDP? Oppure vota la Sinistra DEM? Mi sa che queste domande non hanno più senso e tutti ormai guardano tutto. Ha senso chiedersi cosa guardino gli elettori di Casapound, cosa i 5 Stelle e cosa i fuoriusciti del PD? Sia chiaro, non è un giudizio su chi guarda cosa, ma solo sulla mancanza di varietà stilistica, che forse è collegata a un livellamento brodoso delle idee di noi tutti. Io credo che quando sarò nel bunker avrò molto tempo per pensarci. Intanto che finisco di passarmi i fili dentro i corrugati, però, posso scommettere che la prossima predica la Littizzetto la dedicherà a Ostia, alla famiglia Spada e alla testata del boss. Probabilmente giocherà sull’equivoco testa-testa di minkia e si chiederà perché non sia stato arrestato prima. E riceverà un sacco di applausi.
E io cercherò qualche stralcio dell’Ottavo Nano o di Pippo Chennedy Show o di Cinico Tv, per metterlo su un pennino e guardarmelo dentro il bunker, meditando poi a lungo su come abbiamo fatto a ridurci così. Perché la risposta è dentro di noi, e però è sbagliata.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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