È la frase tipica che si sente dire un paziente in procinto di fare la chemio e di vedersi con la pelata in testa “Tanto poi ricrescono” Ma torniamo indietro. Eravamo alla degenza. Una volta dimessa, devo però fare i conti coi drenaggi per qualche giorno. L’ho provato tre volte in tutto tra mastectomia, ricostruzione e rimozione protesi, e la cosa più divertente è passare i controlli in aeroporto. Tu arrivi col lasciapassare firmato dal chirurgo (richiedetelo, neh), che dice che siete portatori sani di drenaggi, mostri il foglio al primo addetto alla sicurezza e lui con la testa annuirà. Scaricate tutti i bagagli nella vaschetta sul nastro TRANNE il vostro sacchetto. E lì la scena meravigliosa, perché quello che è stato avvisato da voi mica ci pensa di avvertire i suoi colleghi che stanno dietro la soglia metal detector, sicché ti vedono avanzare con la tua borsetta e iniziano a dirti “Signora, la borsa, la borsa” e immagini quelle scene esagerate dei film made in USA “Tutti a terra! È una terrorista” spari, sirene, urla e calca della gente impazzita. Ma tu sollevi le braccia in segno di pace, sorridi e dici «Tranqui! Sono solo drenaggi, robe attaccate alle sise»
Cosa accade quando poi torni a casa è poca roba. Vieni dimessa e porti con te una scorta di sacchetti di ricambio dei drenaggi. Le trombette peeeeeu mentre vuoti e ogni volta che cambi, devi segnare a quanto ammonta il pieno. Quando poi la chirurga ti dà l’ok, puoi toglierli. Certo tornare a Milano per separartene non è il massimo. “E allora perché sei andata a Milaaaaano?” Quante volte mi hanno strasfracassato co’sta domanda. E me la facevano quando si presentava una situazione kafkiana. Come quella volta che me lo chiese una dipendente AOU e nello stesso momento arrivò un tizio che stava vagando da ore rimbalzato da una struttura all’altra nel giro di 50 metri quadri. Chiese a lei lo sventurato, cercava un reparto che si scoprì essere in un padiglione accanto. Ma la colpa non era sua. La leggenda narra che se pianti un caxxo di cartello segnalatore di tutti i reparti, una formichina si suicidi, generando tempeste solari. Sicché pazienti, datevi una regolata! Continuate a vagare e se vi chiamate “pazienti” ci sarà un perché. Ah! Comunque per rispondere al com’è che ho fatto l’emigrante sanitaria: ripassa dal via Io poi chiesi a un certo chirurgo plastico locale, segnalatomi proprio dallo IEO, di poter rimuovere i drenaggi, sapete che mi ha risposto? ………………
Fortunatamente il mio medico di base, sapeva farlo. È stato chirurgo per diversi anni e così ho risolto.
Quindi liberatami da quei tubi che di tanto in tanto si impigliavano alla qualunque cosa, avendo quindi capito che non potrei rinascere piovra, ho atteso l’esito dell’istologico e relativo protocollo da seguire. Così un bel dì arriva la telefonata della senologa che mi anticipa ciò che sarebbe poi arrivato via posta. La domanda principe dopo che lei mi elenca i due tipi di chemio e radio e ormonoterapia che dovrò fare, è «Perderò i capelli?» Quante volte gli oncologi se la sono sentita chiedere? Perché non tutte le terapie antiblastiche hanno questo effetto collaterale e speri che sia anche il tuo caso.
Ma perché tanta paura? È semplice, o forse no, nel mio caso era vedere ogni giorno allo specchio l’immagine di una persona malata, l’immagine uguale a tanti altri volti glabri. Visi senza cornici. Quando poi cadono anche ciglia e sopracciglia sembra di avere un viso senza segni distintivi e che anzi quei bruchi sopra gli occhi servivano anche a nascondere quelle occhiaie che ora sono più evidenti. Cazzate! Credetemi, la paura è dell’ignoto perché poi quando ci stai in mezzo, allora balli. E si può trovare il modo per incorniciare il viso anche senza capelli. Mi rifacevo alle donne islamiche che con diversi espedienti e doppi strati, riescono a creare foulard volumizzanti e non un misero fazzoletto schiacciato in testa.
Guardate i tutorial Hijab su YouTube, evidentemente avevo imparato bene perché mi sono sentita chiedere più volte “Are you muslim?” E oltre alla cornice avevo iniziato a dipingere quella tela bianca: smockey eyes, ciglia finte e non sono poi mancati corsi di make-up gratuiti per le pazienti oncologiche. Poi la cosa divertente della ricrescita dei capelli è che spesso chi li ha avuti sempre lisci, se li è ritrovati ricci, più spessi e più folti.
Qundi anch’io ero deputata alla perdita della chioma. Sei mesi circa di chemio tra cui la “Chemio Rossa”, di cui parlerò, maggior indiziata per la scomparsa tricotica. Così dopo una quindicina di giorni circa dal primo ciclo, come da pronostico, inizia a cadere il grosso. Tenevo capelli lunghi allora, quindi sul pavimento chiaro, si vedevano nerosubianco anzi rossosupanna. Il mio compagno, forse per voler nascondere qualcosa di più dei soli capelli, passava la scopa ogni momento, ma io li vedevo eccome. Quando poi è arrivato il momento che i capelli non ne volevano sapere più di starsene attaccati, sono passata all’azione. Diciamo che l’ultima gocc… ciocca è stata proprio un giorno in cui facevo l’accettazione per l’emocromo e mentre mi levo la giacca, parte un cioccone che pare una nutria. Sgattaiola proprio. Un’infermiera che passava di lì emise un “Eh!” di sorpresa. Io con gesto rapido, raccolgo la bestia e la schiaffo nella monnezza.
Tornata a casa, ho deciso! Mi piazzo nel bagno con le buste a terra, quelle grandi che usano gli imbianchini, rasoio in mano, specchio di fronte e vrrrrrrrrrrr vai di soldato Jane.
Ma perché il titolo? Che mi sta a significare? Questa frase la sentirete ripetere quando avete avuto la debolezza di cedere allo sfogo. Di fronte, una persona a cui confidate “Ora perderò i capelli” che magari non volete che faccia gli occhietti tristi come la D’Urso ma se trovate l’ottimista con la salute degli altri, quello che non sdrammatizza ma minimizza, vi dirà: «Tanto poi ricrescono» Una delle frasi tratte dal decalogo “Le cose da non dire ai pazienti oncologici” Però siete voi a dover fare i conti con quella faccia glabra per sei e passa mesi, e quella frase buttata lì senza troppo pensare sembra quasi volervi dire “Tra tutti i problemi che c’hai che dovresti farti rottamare, sei così superficiale da pensare ai capelli???”, le stesse persone che poi magari fanno venire su Satana quando il parrucco sbaglia un taglio, le stesse persone che quando riavrete i vostri 6 mm di capello, faranno a gara per dirvi come farli e che colore e se è il caso di farli crescere oppure tenerli corti.
Allora sai che c’è? Amico caaaaro te lo dico da amico “FattilicazziTua” Ora e sempre Amen!
Sparo pixel alla rinfusa, del resto sono nata sotto un palindromo (17-1-71), non potevo che essere tutto e il contrario di tutto. Su una cosa però non mi contraddico «Quando mangio, bevo acqua. Quando bevo, bevo vino» (cit. un alpino)
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