Le cugurre (jettatori), avevano ragione.
Alla fine ce l’ha fatta, il laghetto dei veleni, quello che si era bevuto tutto l’arsenico e il cobalto riversati dopo avere forgiato, dal poco oro di Furtei, il bel calice da donare all’allora papa G.P.II°. Ce l’ha fatta il laghetto a stravasare e finire nel fiume, quindi anche nelle falde profonde, di quella zona. Il Sindaco ha dovuto sospendere e vietare l’uso civico e/o alimentare dell’acqua di condotta e chissà cosa tutto sta morendo sotto le molecole di quelle acque. Non è forse vita quella? Si difende l’embrione, a breve si arriverà a parlare di “pluriomicidio” per una masturbazione e uno non è nemmeno libero di decidere quando e come mettere fine ai suoi giorni, di decidere come vivere e che genere di rapporto instaurare con chi gli pare ma nessun cenno alla vita, tanta, che quel calice d’oro è costato e costerà ancora. Ma sulla cristianità/religiosità bigotta e strabica ci torneremo dopo. Furtei era una storia già scritta, non un rito woodoo o una fattura di fattucchiera, quell’acqua non poteva stare ferma in eterno. Quel “laghetto” al Mare vuol tornare, chi c’è c’è. Ed ha ragione, Pier Franco Devias, a chiedersi a che pro i sardi tutti paghino una Assessora all’Ambiente e quale sia la sua funzione, visto che di salvaguardia non se ne parla più da tempo e si vedono solo sorgere, all’orizzonte di quest’isola, ancora una volta dagli ingombranti e letali scheletri delle cattedrali industriali, turistiche, affaristiche, militari ed edilizie ri-nascere i loro zombies, più famelici di prima e falsamente professanti una fede che ci ha già traditi e ci tradirà sempre peggio.
Presunzione.
Scatti di sdegno e frasi colme di vendetta, di ignoranza e di altro razzismo per i morti cristiani di una regione sconosciuta, sperduta, come se i nostri credo debbano essere validi ed unici ovunque, ma non ha senso allora, il silenzio, l’indifferenza per tutto il resto, per morti anche più efferate ed inutili di altri fedeli, di altre fedi. Je suis Charlie, non Mustafà o Mohammed, musulmani, non Anatoliy o Dmitriy, ucraini di Russia, non Sîrwan o Blîmet, curdi di Kobane, non Amira o Hadiya, di Damasco. Ma questo non riguarda solo i cristiani con una strana concezione del proprio “prossimo”, riguarda molte altre religioni e gli atei stessi, l’indifferenza, ed è la stessa per tutti, quella che ci porterà di fronte all’inattendibile. I rumori della guerra, ieri tenuti lontani con nomi e racconti che sembravano pezzi di storia antica impressionati su moderne pellicole digitali, Kandahar, Kabul, Ramallah, film di guerra come mille altri film di guerra, di pistole e di Low and Order a piene mani, di terroristi ben idealizzati, raffigurati ed ingiuriati per bene, dati in pasto ad un ludibrio di jene confuse, fra l’esaltato ed il sedato, che non aspettano che questo per fare una tregua dall’eterno litigare tra loro quando non anche con se stessi. Cosa che riprenderanno puntualmente a fare a guerra finita. Non si sotterrano mai le asce, qua. E quei rumori di guerra si avvicineranno sempre più, sino a non poterli evitare di subire.
La Sardinya Gold Mining chi è? Dov’è? L’oro estratto a Furtei, quanto ci ha arricchiti o quanto ci ha impoveriti? Chi di quell’oro gode i benefici e tace sui danni, è o non è complice?
Vale davvero la pena, giocarsi il pianeta per vivere sempre peggio?!
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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