Lo ammetto: sono un inguaribile romantico. Nel 1964, quando uscì il film, avevo solo sei anni e Mary Poppins era la mia tata ideale. In realtà non sapevo neppure cosa fosse una tata però la fantasia volava tra quella strana borsa magica e quell’incredibile parola che io scrivevo tutta attaccata. Così cominciai con i disegni, poi ad imparare la canzone a memoria e, infine, a scriverci proprio un tema che, ai miei tempi si chiamava “pensierino”. Ero, probabilmente in terza elementare e quindi, dopo qualche anno dall’uscita del film, ricordo di aver scritto – più o meno, non ho la memoria che pare avesse, invece, Umberto Eco – che io amavo Mary Poppins, perché era bella e perché cantava una canzone bellissima con un titolo molto spiritoso: Supercalifragilistichespiralidoso. Lo scrissi, tutto attaccato. La maestra non pensò di inviare quella strana parola all’accademia della Crusca, però mi fece una domanda complicata: cosa significa? Perchè, secondo la mia maestra le parole dovevano avere sempre un senso e quando non si capivano ce le faceva cercare nel vocabolario. La richiesta, lo ammetto, mi spiazzò. Anche perché – e lo confesso oggi per la prima volta – nel vocabolario l’avevo cercata quella strana parola e, purtroppo, senza esito. Come riuscire a convincere la mia maestra? Risposi che nel vocabolario ancora non l’avevano scritta perché gli adulti non avevano trovato il tempo, ma sicuramente negli anni successivi quella parola sarebbe diventata di linguaggio comune. Aggiunsi che supercalifragilistichespiralidoso significa avere voglia di ballare, non ballare solo con la musica, ma anche quando non c’è. La mia maestra non disse niente. Non scrisse all’accademia della crusca ma io continuai, nel tempo, ad usare quella parola come sinonimo di ballare senza musica. Non so, quando ho sentito la parola petaloso ho subito pensato: ma è il sinonimo di ballare senza musica. Solo che, nel tempo si sono affinati ed è inutile utilizzare termini complessi come facevamo noi. Petaloso è un nonsense, che incredibilmente ha funzionato. Chissà cosa penserebbe oggi Robert Sherman che scrisse la musica di quella bellissima canzone cantata da Rita Pavone, ma nella versione cinematografica la voce era di Tina Centi. Altri anni, altre storie. Io son rimasto supercalifragilistichespiralidoso e un po’ petaloso. Sono un inguaribile romantico, lo so.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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