Non so perché, ma io pensavo che l’Anas l’avessero soppressa. Invece l’altro giorno sono passato accanto ad una Panda arancione con la scritta Anas sulla fiancata. Sostava in una piazzola sul tratto Olbia-Arzachena della statale 125, più o meno in regione San Giovanni. Viaggio spesso su quella strada e ultimamente dedico sempre uno sguardo infastidito alla piazzola, perché da mesi è ignobilmente tappezzata di rifiuti. In mezzo, dentro uno scatolone, s’alza un ombrellone giallo canarino. Ormai sono mesi che lo vedo: lui, l’ombrellone, sempre al suo posto, circondato da un volume crescente di cartacce e pattume assortito. La Panda arancione era ferma in mezzo a quello sconcio. La strada subito dopo s’impenna in un dosso. Quando l’ho superato, mi sono trovato davanti un capannello di operai che parlottavano. In uno slargo ai margini della carreggiata gli uomini dell’Anas formavano un cerchio, alcuni con le mani intrecciate dietro la schiena. Sembrava si preparassero ad un ballu tundu, oppure davano l’idea dei pensionati che discutono i fatti del telegiornale nelle piazze di paese rilucenti di granito. Ho pensato: “Vuoi vedere che finalmente si sono stancati di questa vergogna e hanno deciso di ripulire la piazzola?” Sì, lo so: le competenze. L’Anas deve curare la manutenzione delle strade, mica levare i rifiuti dalle piazzole. Ci sarà scritto nei contratti dei dipendenti, ci saranno accordi sindacali, senz’altro non spetterà loro rimuovere il cartone e l’ombrello giallo. Allora ho chiesto soccorso al buon senso e alla speranza: se uno lavora per una vita per tenere in ordine le strade, magari la passione per quel che fa lo spinge oltre i limiti d’azione stabiliti dal contratto di lavoro. Ma certo, non potevano che essere là per quello, ci avevano anche parcheggiato la Panda arancione nella piazzola. La mattina dopo mi sono messo in marcia sulla stessa strada, direzione opposta. La Panda non c’era, l’ombrellone, lo scatolone e tutta la monnezza attorno sì, nessuno li aveva toccati. Allora ho scattato una fotografia per documentare questa indecenza. Non sarebbe di mia competenza, ma per fortuna io un contratto non ce l’ho.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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