E’ vero, la mia vena critica non sembra volersi esaurire ma la colpa non è mia, se non ci fossero motivi, ragioni e fatti tanto evidenti e lampanti, sparirebbero le ragioni di tanta critica. (Che non andrebbe confusa con la “polemica”, fateci bene caso, quella arriva di solito da chi quelle critiche non vuole proprio sentirle).
Ma sino a che vedrò agire negli stessi modi e perseguire chissà quali cambiamenti affidandosi sempre alle stesse persone, agli stessi apparati, beh, permettetemelo, ma me ne lamenterò sempre, statene certi.
Inutile quindi, atteggiarsi a fascisti, cercare di isolare, screditare o zittire a volte persino offendendo chi “osa mettere in discussione” le capacità, lo statalismo e la capacità di governo del centrosinistradestra con aggiunte varie. Tre Presidenti del Consiglio Coopti, da Monti a Renzi passando per l’Enrico famoso nipote di quell’altro Letta che oggi suggerisce da dietro le quinte le righe “nuove” della “nuova carta costituzionale”, quel programma stranoto e di evidente matrice Catto/Massonica, degno figlio di un Licio Gelli ispiratissimo quanto ancora libero di interferire e, ahinoi, di decidere gli equilibri delle garanzie direttamente dalla stanza dei bottoni.
Si comincia sempre a piccoli passi e che i primi due, Monti e Letta, siano stati un tantino meno spavaldi, meno sfacciati nel proporre emendamenti e decreti tutti a completo appannaggio dei soliti noti, di quelli che da oltre una coppia di vent’anni ormai si fanno le leggi Ad Personam e si spartiscono le fette più grosse della nostra economia, è ormai storia scritta. Morto Pertini, il più amato dagli italiani come Presidente e come Uomo di Garanzia, l’eredità che ci toccò non fu certo un bel dono. Il “Socialismo Liberale” (la peggiore specie di ideologia pensabile perché in netta e totale contraddizione con se stessa) si era già insediato e leggi come la Mammì sulle frequenze radio-tv erano già entrate a fare parte del nostro Codice, scardinando in un colpo solo almeno una trentina di quelle garanzie, utili ad una democrazia che, senza di esse, non sarebbe più tale, così fu. Ci siamo adattati ad ingoiare di tutto, anche i nubifragi di rane, ed ora non riusciamo più a sputare i rospi.
Matteo Renzi sta facendo esattamente quello che non era riuscito nemmeno alla banda Bassotti al completo, schierata al governo e fornita di solida maggioranza. E mentre tutti i dati economici parlano di continua caduta verso il basso, loro si incipaccano il look con la storia del “avevamo ragione noi!”, ché dice che a Pomigliano ora ne assumeranno tanti ed in effetti ne stanno assumendo, ma col ritmo delle linee (catene di montaggio) che è passato da 33 a 78 giri e ne sta esaurendo (a tutti gli effetti) moltissimi. Senza parlare dei “titoli” richiesti, manco stessero assumendo degli A.D. o dei Manager…
I sindacati che si indignano, oggi, sono davvero oltre il ridicolo. La lenta agonia della dignità del lavoratore ha probabilmente la stessa età di tutto questo strano e pericoloso andazzo/Paese, dov’erano loro, quando si “demansionalizzava” già, extra-contratto? Quando a chi si era assunto oneri e responsabilità di ruoli ben più faticosi ed impegnativi della semplice “manovalanza” si vedeva cancellare dall’oggi al domani, unilateralmente, il diritto ai compensi per le ore di lavoro straordinario prestate? Quando i giovani che si affacciavano al lavoro dopo le fatiche di una preparazione professionale dignitosissima si vedevano costretti ad accettare contratti da lavascale o peggio ancora, i Co.Co.Pro e le Co.Co.Dè? Cosa impegnava tanto i nostri RR.SS.? Che non vedevano ciò che questi trattamenti creavano, delle sperequanti e insopportabili differenze fra collega e collega? Conflitti generazionali pesanti, fra padri e figli?
Quelli che avrebbero dovuto rappresentare me, che tesserato ero, con la CGIL, li vedevo benissimo, passavano a trovarti solo sotto elezioni e meraviglia, in negativo, quando il volantino che mi proponevano era marchiato “Forza Italia”!
Era il 1994, anno cruciale, l’anno in cui fu definitivamente sdoganato il “trasversalesimo” e cominciarono i balletti e i salti mortali da un carro di vincitori all’altro. Spagna o Franza purché ci riempia la panza, ma che fossero due le scelte restava una mera illusione, fatti i debiti calcoli di politiche “austere” e “liberali” in questi decenni ne ha attuate tante la destra quanto la cosìddetta sinistra, l’unica differenza è data dal fatto che a destra le porcherie le scoprivi subito, spesso palesi ma intanto “passavano”, mentre dall’altra bisognava aspettare un pochino per vedere emergere le magagne fra banche, coooperative e Coopt-Azioni. Ma l’atteggiamento ed i risultati (sono gli istituti preposti, a dirlo) non hanno fatto che peggiorare. Invece di rottamare un sistema sporco, oliato da mani sporche e teste anche peggio, si è rottamata la democrazia, si è rottamato il Diritto e si sono ridimensionate, di molto, le possibilità di scelta, la varietà scomparsa. Per queste ragioni insisto nel dire che se la “rivoluzione”, se questo tanto atteso quanto necessario risveglio non sono un “fatto individuale”, non se ne caverà piedi così facilmente. Cambiare le nostre scelte, essere consapevoli che agendo in un certo modo si ha un risultato, ma cambiando anche poche parti di quell’agire si può invece ottenere molto di più. Ricette vecchie per problemi che con quelle ricette si sono solo ingrassati, non regge più. Non reggono più nemmeno le scuse, di tanto lavoro gettato alle ortiche solo perché non si è stati capaci di fermarsi in tempo e cambiare registro, di smetterla di fidarsi di partiti e partitini giusto per tornaconto personale, o si cresce tutti, insieme, o chi cresce non è destinato a godersela, quella crescita, per quanto opulenta e lussuosa, nella maggior parte dei casi. Oggi c’è chi scaglia contro la moneta, l’Euro, non contro chi ne ha fatto un uso criminale, ci si è già dimenticati dei tassi da usura sui mutui? Si!, Infatti nessuno si è accorto nemmeno che li hanno riabilitati, 22% sui “massimo scoperto”, altro che cravattaro.
Ci sta bene così? Ci sta bene sentirci più ricchi perché abbiamo 90 caccia F35 in più e i tagliagole di nero vestiti non ci fanno più paura? Provate a mangiarvi un’ala o un reattore, poi ne parliamo, o a curarvi con le radiazioni del carico che quei costosissimi giocattoli da guerra portano.
Eppure, il nostro sangue non lo stiamo “donando” al Medio-Oriente, i salassi li subiamo tutti qua, in casa nostra e non sono certo aghi stranieri (straniere sono semmai le sacche di raccolta), quelli che ci stanno brandendo le carni. Anche noi abbiamo i nostri scafisti e i nostri gommoni, pieni e con biglietto di sola andata, verso tutte le Ellis Island che si stanno moltiplicando, sotto tutti i controlli e le frontiere che pensavamo di avere cancellato, ed invece i muri crescono, ovunque, anche dentro e fuori le nostre coscienze. Non è vero che non c’è più niente da fare, assolutamente, da fare c’è tantissimo e l’essere scoraggiati serve proprio a non fare nulla, che è quello che vogliono, almeno sino a quando non saranno certi che saremo tutti troppo ignoranti, troppo poveri e deboli per qualsiasi reazione. Ci siamo quasi.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design