Una storia terribile. Da qualsiasi parte la si prenda. Ci sono parecchie vite in ballo. E qualcuna, probabilmente ha poche speranze. Almeno, così pensano gli inquirenti. Una storia sbagliata fin dall’inizio da quando, nel dicembre 2014, durante la festa di Cortes apertas, a Orune, un minorenne molesta in maniera insistente la ragazza di Gianluca Monni, lo studente di 19 anni che sarà ucciso l’8 maggio 2015. Il giorno prima però, accade qualcosa di strano. Stefano Masala, un ragazzo di 29 anni, amico del 17 enne che aveva scatenato la rissa nel locale da ballo a Orune sparisce misteriosamente. Da quel giorno nessuno lo vede più. Era uscito di casa con l’auto del padre: una Opel corsa grigia che viene ritrovata il 10 maggio, tre giorni dopo la scomparsa di Stefano e due giorni dopo l’omicdio di Gianluca Monni. Una storia finita male. Molto male. Il tempo passa e gli inquirenti hanno alcuni elementi che si traducono in qualche indagato. Le indagini sono difficili. L’indagato, poi, a quanto pare, è un minorenne. Stefano non si trova e secondo la Procura dei minori di Sassari si ritiene che il ragazzo sia stato prima sequestrato e poi ucciso. Una storia bastarda. Diciamolo con una certa chiarezza. Con molti elementi che non tornano e che difficilmente riusciremo a comprendere. Una cosa è certa: un ragazzino di diciassette anni non commette tutto questo da solo. Mi ricorda Pelosi con la morte di Pasolini. Ma è solo un triste ricordo. Poi, però, ci sono i presentimenti che camminano su binari diversi. I familiari attendono ancora il ritorno di Stefano Masala e c’è da comprenderli. Il vicolo è stretto ma si spera che qualcuno riesca a passare. Una storia cattiva. Da qualsiasi parte la si prenda. E stupida se l’inizio è la festa dove, probabilmente, ballava troppo alcool. Una fesseria tra ragazzini. Troppe parole e troppa birra. Però Stefano che c’entra? Ecco, questa è la domanda più complessa cui tutti dovranno rispondere: perché Stefano sparisce? Perché quel giorno, il giorno prima del delitto prende e lucida l’auto del padre, si presenta al bar del paese e dice di avere fretta, perché ha un appuntamento? Perché? Una storia sbagliata. Fin dalle prime righe. Niente quadra e, soprattutto, è davvero terribile che Stefano Masala sia il personaggio del giorno: ne avrebbe fatto volentieri a meno e noi con lui. Non è semplice camminare nel nero pece di questa storia. Non è per niente semplice. Le parole potrebbero tracciare una strada. E quelle parole le stiamo aspettando. Da troppo tempo.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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