Oggi in Grecia si vota. Sinceramente non ho ben capito se sia meglio che vinca il si o il no. Mi sono fatto un’opinione piuttosto confusa della questione che, al netto delle battaglie ideologiche pare, almeno per me, qualcosa di difficile lettura. Non sono uno specialista di questo argomento e sono un pessimo lettore di economia, non ho mai compreso certe alchimie legate ai freddi numeri e ad algide richieste di un mondo che, personalmente, considero anni luce lontano dai miei interessi. Però, alla fine capisco l’importanza dell’evento, la possibilità che da domani possa cambiare tutto dentro l’Europa delle banche e non certamente in quella delle nazioni, paese mai decollato. Fateci caso: ieri era il 4 luglio e gli Stati Uniti d’America festeggiavano il loro Indipendence day. L’Europa non ha una giornata in cui ricordare l’unità politica di un paese e gli stati membri continuano, con ostentata tranquillità e orgoglio, ognuno a festeggiare la propria festa nazionale all’interno dei propri confini. Non abbiamo una lingua che ci accomuna e rifiutiamo calorosamente qualsiasi proposta in tal senso con il risultato che ci teniamo ognuno il proprio idioma. Riusciamo, confusamente, a proporre leggi che scontentano tutti e provano a miscelare saperi e sapori di tutti gli stati alla ricerca di un “libero mercato” che non esiste. Leggo che i soldi dovuti dalla Grecia siano, in realtà, solo interessi maturati per il prestito precedente e a lucrarci sarebbero proprio le banche tedesche e francesi. Ci sono analisti che disegnano scenari catastrofici per il prossimo futuro europeo. Qualcuno azzarda che anche l’Italia tornerà alla lira dopo aver imparato, faticosamente il cambio con l’euro. Insomma, non ho ben capito cosa possa realmente accadere da domani in questo grande scenario occidentale, all’interno degli stazzi disuniti d’Europa. So solo che la foto di un pensionato che piange perchè non riesce a ritirare i suoi soldi restituisce l’idea di un colosso fermo, bloccato sulle paure, diviso e insensibile a tutto. Non è più tempo di Aristotele e Platone a quanto pare.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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