Il dramma “Spettri” di Henrik Ibsen è stato scritto nel 1881 e rappresentato per la prima volta nell’anno successivo. In quasi un secolo e mezzo che appare sulle scene di tutto mondo la recitazione spesso si è trasformata in un’insidiosa tentazione autoreferente di attori e registi che ha tolto significato al più straordinario strumento espressivo del drammaturgo norvegese: la parola. “Spettri” è un dramma in cui il primato del testo, anche in eventuali revisioni e tagli, non deve mai essere offuscato da movimenti inutili, da scenografie ridondanti, da moduli espressivi sguaiati. E nell’allestimento presentato da Akroama al teatro Civico di Sassari (nell’ambito del Festival di Etnia e Teatralità della Compagnia Teatro Sassari) la preminenza della parola è stata rispettata. In maniera particolare dal bravissimo Simeone Latini, Manders, feroce e insieme timoroso del passato che lo insegue, sentimenti resi con una compostezza di movimenti che accompagna l’eloquenza impietosa del pastore protestante. In questa edizione con regia e drammaturgia di Rui Madeira, coproduzione “Fronteiras da Conjugalidade”: Akroama- CTB, la straordinaria modernità del dramma ottocentesco e la denuncia dell’istituto famiglia che l’ipocrisia da rifugio trasforma in covo, vengono rese con efficacia. Una scenografia essenziale, due pannelli traslucidi semoventi che limitano e racchiudono una scena nuda, non ruba attenzione al formarsi ibseniano della tragedia borghese, sino a un epilogo che Ibsen lascia aperto e a al quale Madeira, invece, preferisce dare corpo con una più decisa morte del ragazzo Osvald, intepretato da Stefano Cancellu. Buona la prova di Tiziana Martucci, una vedova Alving che cerca di respingere perpetuando la menzogna gli spettri che arrivano dal passato: la dissolutezza del marito evocato come un eroe di generosità e purezza, il suo amore represso per il pastore Manders, la tenerezza per suo figlio Odvald, malato di corpo e spirito aggrediti dagli spettri del dna familiare. Ana Cruz era Regine, la domestica di cui Osvald si innamora, in realtà sua sorella. Il padre putativo di Regine era Giuseppe Boy. Il prossimo appuntamento con il Festival organizzato da Teatro Sassari è il 18 gennaio alle ore 21 con i Bertas in “Luci del varietà”, dove l’ottimo gruppo musicale presenterà le sue ultime produzioni insieme al repertorio classico.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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