Mi sono sempre appassionato alle contese verbali, alle discussioni, ai confronti dialettici, e a dire il vero li ho sempre affrontati con una certa determinazione, esponendo i miei argomenti con fermezza, cercando le falle logiche nei ragionamenti del mio interlocutore, con l’obiettivo dichiarato di far emergere in modo evidente le mie ragioni. Raramente mi sono dato per vinto, e comunque mi sono sempre “battuto” in modo sempre pacato, ma deciso. Ovviamente non sempre ho raggiunto la vittoria nella tenzone, dovendo sopportare l’onta della disfatta, specie affrontando argomenti di cui conoscevo poco o nulla. Ma da poco ho appreso un nuovo sistema, infallibile per far emergere mie ragioni, per vincere senza ogni contesa, per annichilire le ragioni dei miei malcapitati interlocutori. Non ci crederete, ma l’ho appreso su internet. Anzi, per la precisione, l’ho imparato sul tanto vituperato Facebook. È un metodo infallibile, che ha superato in un sol balzo millenni di storia del pensiero, gli studi filosofici, la dialettica e persino la logica. Ma non mi piace vincere facile, perciò ho deciso di renderlo pubblico, e di esporlo ai miei più cari amici. Consiste in tre semplici ma efficaci metodi di soluzione del confronto:
1. Metodo della MAGGIORANZA. Consiste nell’esporre la propria tesi, con dovizia di particolari, argomentandola in modo appassionato, e poi attendere come un felino la risposta del malcapitato che vorrebbe smentirla. Dopo averlo ascoltato (o letto, vale anche per le contese sui social network), con qualche piccola interruzione interlocutoria buona per distrarne l’attenzione, lo si sconfigge in modo inesorabile, quasi spietato, svilendo i suoi argomenti con cortesia ma, appunto come un felino, sferrando la zampata definitiva: “D’altronde se la maggioranza la pensa come me (o ha votato così), evidentemente una ragione c’è… non avranno tutti torto???”. Si può anche aggiungere una percentuale, ad esempio “il 73% degli elettori”, per chiudere definitivamente la questione. L’interlocutore non potrà replicare, e sarà inesorabilmente sconfitto.
2. Metodo dell’INESPERIENZA e del NOVIZIATO. Questo metodo è particolarmente utile quanto vi sono attribuiti ritardi, inerzie o lassismo nel condurre a termine una determinata questione. Funziona così: nel momento in cui siete all’angolo per non aver concluso una attività o, meglio, non aver raggiunto i risultati auspicati (da voi stessi), potrete replicare in modo distaccato che si tratta di un campo in cui non avete maturato sufficienti conoscenze, e che avete necessità di ulteriore tempo per completare la vostra attività. Ad adiuvandum, è possibile introdurre l’ulteriore giustificazione del poco tempo a disposizione. Ad esempio, si può sostenere di aver iniziato l’attività da poco tempo (come è noto, il concetto di “poco” è relativo), tipo: “Ho preso in mano la questione da soli 4 mesi!”. Occorre affermare questi concetti con una certa veemenza, per evitare che l’interlocutore, seppur confuso, possa obiettare qualcosa di vagamente sensato. Una sola avvertenza: non funziona quasi mai nell’ambito lavorativo con i superiori gerarchici, che hanno la bizzarra propensione a pretendere risultati senza sentire ragioni o differimenti di termini. Anche con le mogli (in particolare la mia) ho potuto constatare una certa inefficacia.
3. Metodo della VECCHIA POLITICA e della CASTA (anche nella variante KASTA). Il metodo è una vera e propria soluzione finale in tutte le discussioni, e non ammette replica. Rende l’interlocutore (e i suoi argomenti) improvvisamente stantio, obsoleto, muffito e pieno di ragnatele. Infatti sentirsi paragonato alla vecchia politica costringe il malcapitato ad un viaggio mentale a ritroso, rendendolo psicologicamente indifeso e colpevole di tutte le brutture passate, presenti e future. Non sempre funziona al primo colpo, specie contro coloro che invece fanno fieri di aver vissuto un glorioso passato fatto di impegno e militanza (di solito sono comunisti): in tal caso, come un pugile sul ring, occorre doppiare il colpo, imputando al poveretto di essere contiguo alla casta (kasta, nella variante social), di goderne dei privilegi direttamente o in modo riflesso, e per questa ragione di non essere credibile. Il malcapitato di turno ne uscirà annichilito, ed anzi minato nelle proprie convinzioni più profonde, e si ritirerà senza colpo ferire.
Naturalmente ci sono altri piccoli stratagemmi a corollario dei tre metodi infallibili… ma quelli non posso svelarveli, non sia mai che mi capiti in sorte di discutere con voi!
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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