Non sono un sorcino. Però due LP di Renato Zero li ho sempre ben custoditi nella mia raccolta personale: Zerofobia del 1977 e Zerolandia del 1978. E’ stato un innamoramento fugace, mi son piaciute pochissime canzoni e, forse, quella che ho amato di più è l’antica “Madame”, dove la forza dell’autore e quella voce inconfondibile riuscivano a coniugare bene un’ottima musicalità degna di essere ricordata. Non ho amato particolarmente “il carrozzone” e neppure più di tanto “il cielo” riconoscendo ad entrambe un buon pathos e discreta costruzione metrica. Andai (era forse il 1979) a vedere il film (se non ricordo male si chiamava proprio Zerlonadia) al cinema Miramare, ad Alghero, con un’amica (si, un’amica. E allora?) amante di Renato e molto “sorcina”. Il plot non me lo ricordo, il film era solo un cambiarsi d’abito continuamente e c’erano molte canzoni, alcune delle quali orecchiabili e carine. Ecco, Renato Zero, per me, è un po’ paraculo: bravo, preparato, buon paroliere, buon musicista, furbo quanto basta, giocoliere e dotato di ottima empatia. Pazzo e santo (ultimamente più santo, è vero) e capace di tirare fuori dai suoi lustrini “i migliori anni” e camparci per quasi tutta la vita. Adesso che ci penso bene anche “Sgualdrina” era un pezzo che mi piacque molto quando uscì. Aveva un senso “rivoluzionario” per quei tempi. Renatone rimane un grande autore e un ottimo cantante. Non tutto mi piace ma questo non vuol dire nulla. Lo so, volete sapere chi era la sorcina con la quale vidi il film al Miramare. Niente, troppo innamorata di Renato per stare ad ascoltare le mie parole e troppo occupata a vedere il film per passare poi a qualche ardua azione. Oggi il Renatone nostro compie i suoi primi 71 anni. La cosa incredibile è che Giorgio Panariello, il suo alter ego, festeggia anche lui il compleanno nello stesso giorno. Quando si dice che Dio li fa e poi li accoppia. Buon compleanno Nì! A voi e a tutti i sorcini e alle sorcine – compresa la mia amica – che chissà se ascolta ancora “triangolo” e la canta ad alta voce. Come di tanto in tanto mi capita di fare.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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