Del PD, da tesserato e elettore disilluso da tempo, capisco tutto: capisco la rabbia per la sconfitta e la confusione di chi deve rialzarsi in fretta e reagire, limitare i danni, affrontare il confronto politico, l’elezione dei presidenti delle camere, le consultazioni ecc. Capisco anche la pretattica, il bluff, il fatto che non sempre si riesca a parlare con una voce sola e che spesso convenga parlare a più voci, anche solo per spiazzare i concorrenti. Capisco pure che si incalzi l’avversario per provare a stanarlo, per metterlo alla prova. Capisco che lo si sfidi a governare, a mostrare quello che sa fare, dopo aver passato gli ultimi cinque anni a contestare e incalzare a sua volta. Capisco pure l’opzione estrema: chiudersi nel bunker fino a che la tempesta non sia passata, stare sull’Aventino, opporsi a qualunque scenario lasciando agli altri, se ce la fanno, l’onere di uscire dal pantano. Ci può stare, ci può stare tutto. Ma una cosa voglio sapere: perché il PD dice: “mai con i 5 Stelle” e non dice altrettanto chiaramente “mai con Berlusconi”? Non contesto la scelta di tenere le distanze dai grillini, ma non capisco una cosa: che hanno i 5Stelle che sia peggio delle sentenze passate in giudicato, dei reati gravi ma prescritti, delle leggi ad personam, dell’Editto bulgaro, dei rapporti con Mangano e Dell’Utri? Me lo chiedo da elettore che non riesce a non dirsi di Sinistra, e lo chiedo al Partito che ho sostenuto fino a poco tempo fa. Il PD potrà rifiutare ogni accordo con i 5Stelle. Ma se subito dopo tornerà ad accordarsi con Berlusconi, con la scusa della “situazione grave”, rischia di non esser capito più da nessuno.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
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Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
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