Voi lo avete mai visto “Un film ambientato in Puglia ma girato in Sardegna”? Un film in cui gli attori parlano con accento pugliese, la storia si svolge nel contesto sociale di una piccola comunità pugliese e dove tutto dà ad intendere che quel che si vede nelle scene sia Puglia, se non fosse che quei luoghi sono invece i gioielli della magnifica costa oristanese del Sinis? Questo film io l’ho visto. S’intitola “Piccola impresa meridionale” ed è una pellicola del 2013, interpretata tra gli altri da Rocco Papaleo, Barbara Bobulova e Riccardo Scamarcio. Non essendo propriamente un capolavoro la critica non ha celebrato l’opera, per cui la questione è passata un po’ inosservata. Per quanto mi riguarda è andata così. Poche sere fa, non sapendo quale film guardare nel dopocena, ho scaricato dall’on demand di Sky questa commedia italiana, attratto dal nome di Papaleo, di cui sono un fan. Alla prima sequenza, sono esploso in un “cazzo, io lì ci sono stato!”. Sullo schermo, davanti ai miei occhi, una lingua di terra ondulata dominata da un faro e mare tutt’intorno. Non poteva essere che Capo San Marco, quel tratto di costa del Sinis su cui sorge Tharros. C’ero stato poche settimane prima per un tour in bicicletta e, come diceva Hemingway, i posti che si conquistano col sudore della pedalata non si dimenticano. Subito ho cercato su Google qualche notizia del film, ma dal primo giro non ho ricavato alcuna traccia sulla Sardegna e sul Sinis. Ho pensato che fosse un posto incredibilmente simile a Capo San Marco, ma non Capo San Marco. Senonché è arrivata la scena in cui il protagonista Papaleo, che nella trama del film è un prete spretato, si ritira dentro un faro, in completo isolamento, alla ricerca di se stesso (faro di proprietà della famiglia pugliese del prete pentito, si capisce): “Faro di Capo San Marco”, ho letto chiaramente su una targa, davanti all’ingresso dell’edificio, mentre il prete sprofonda con lo sguardo nell’immensità del mare oltre il suo eremo. Allora ho cercato meglio e dalla rete è venuta fuori la singolare formula “film ambientato in Puglia ma girato in Sardegna”. Non avrei comunque avuto bisogno di altre conferme, perché alcune scene sono state girate nell’inconfondibile scenario di S’Archittu e nel sito di Tharros. Io sono un appassionato di cinema ma non un esperto, per cui mi è venuto il dubbio che la mia meraviglia potesse essere solo una forma di ingenua ignoranza e che questo uso di scambiare un posto per un altro, nella finzione cinematografica, potesse essere codificata e comune, pur continuando a sembrarmi una forma di palese falsificazione. Per una incredibile coincidenza, quella stessa sera stava guardando lo stesso film il mio amico Gigi, che aveva condiviso con me il tour in bicicletta nel Sinis. Ho scattato alcune foto dallo schermo e le ho infilate nel gruppo whatsapp della mia compagnia di cicloamatori, al che Gigi mi ha rivelato che anche lui stava guardando “Piccola impresa meridionale”. Bene, ci ho messo un sacco di tempo per convincerlo che quel film era girato nel Sinis, benché la sceneggiatura desse ad intendere tutt’altro. E anche Gigi era sbalordito dalla Sardegna spacciata per Puglia (che, per carità, è una regione bellissima). Ho atteso i titoli di coda. In fondo in fondo in fondo, quando le sale del cinema sono già vuote perché il pubblico è uscito, si trovano i ringraziamenti ai Comuni di San Giovanni di Sinis, Riola Sardo e ad altri soggetti del luogo che hanno lavorato sul set, oltreché alla Sardegna film Commissione che ha contribuito al film. Ora, come può l’immagine della Sardegna uscirne promossa se quasi nessuno sa che quella è Sardegna? Ma sarà normale tutto questo?
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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