“Ormai avete ottenuto il vostro obiettivo: fare comunque una pubblicità che è però arrogante, prepotente e cattiva per come vi siete comportati”. Ditegli quello che volete e non so se lo abbia fatto volontariamente, ma io non avevo ancora visto un sindaco capace, magari sulla spinta un po’ disordinata di una civica incazzatura, di tracciare un simile paradigma del rapporto fra Sassari e la sua metastasi che è la zona commerciale di Predda Niedda. Quella che ha svuotato la città non solo di commercio ma anche di vita. Quella dove i sassaresi e tutti gli abitanti dell’hinterland che prima venivano a Sassari ora corrono attirati da un modello urbano fasullo, da una città di plastica. Quella che offre il posteggio davanti al negozio ma se provi a posteggiare in uno dei numerosi e spesso inutilizzati spazi nel centro vero della città e conti la distanza dalla tua auto al negozio prescelto, ti accorgi che è minore o identica a quella delle varie città mercato della pietra nera. Quella che ha creato un rapporto tra superfici commerciali e abitanti tra i più abnormi in Italia. Quella che ha fatto tradire a Sassari uno dei principi più importanti e più belli dell’urbanistica di ogni tempo e di ogni luogo, cioè la coesistenza tra abitazioni e negozi. Io ci vedo anche tutte queste cose nel post che il sindaco Nicola Sanna ha pubblicato nel suo profilo dopo avere scoperto che H&M, il nuovo colosso svedese di Predda Niedda, aveva compiuto un’incursione in città, quella vera, dove vive la gente, imbrattandola di cartaccia. Non è istituzionale, in quanto a forma. Sembra lo sfogo un po’ disordinato di un cittadino qualunque, invece è il rappresentante della città che diventa collettore della rabbia per questo oggettivo calcio in culo alla dignità urbana. La speranza-invito che i sassaresi disertino il nuovo colosso commerciale lascia perplessi. Un sindaco non dovrebbe augurare brutti affari a nessuna delle imprese che ricadono nel suo territorio. C’è però da dire che lui nel successivo dibattito nel suo profilo social chiarisce ciò che comunque appariva abbastanza chiaro: “Nel mio post non ho augurato il fallimento di nessuna attività commerciale. Ho solo invitato i miei concittadini a una scelta consapevole che tenga conto non solo del prezzo dei prodotti ma anche degli atteggiamenti e comportamenti dei gruppi commerciali”. Ma oltre alla rabbia di un post forse azzardato e forse non corretto sul piano delle forme, c’è qualcosa di simbolico. Forse c’è anche la frustrazione, come si potrebbe intendere da alcune delle risposte del sindaco ai commenti nel suo post, di essere l’erede disarmato di una scelta antica alla quale dice di fatto di non potersi ribellare, cioè quella di trasformare Predda Niedda da zona industriale a zona anche commerciale. Roba dei primi anni Ottanta. Anche se c’è da dire che questa destinazione urbanistica è stata confermata in epoca più recente, quando Nicola Sanna non era ancora sindaco ma faceva già parte del tavolo decisionale. Era troppo tardi per cambiare le cose? Chissà. Comunque la scelta degli anni Ottanta, quella fondamentale, fu una scelta compiuta non solo con il concorso della classe politica ma anche di quella imprenditoriale-edilizia (i capannoni di cui coprire Predda Niedda erano un affare che faceva gola a molti) e di quella commerciale: furono molti i negozianti sassaresi che trasferirono le loro attività, tutte o in parte, a Predda Niedda. Lo stesso commercio cittadino che ora mostra sul collo i segni lasciati dal vampiro della grande distribuzione. Ecco comunque il post del sindaco. Giudicate voi. “Spettabile ditta H&M, così non va proprio bene! Senza alcuna autorizzazione vi siete permessi di imbrattare la città! Avete appeso le vostre grucce di carta pubblicitaria in ogni dove, nelle aiuole, sugli alberi, sui cartelli stradali. Carta che è finita per terra, come semplice cartaccia, i nostri operatori ecologici dovranno impiegare più tempo e noi più denaro per raccoglierla e mantenere pulita la nostra città. Ormai avete ottenuto il vostro obiettivo: fare comunque una pubblicità che è però arrogante, prepotente e cattiva per come vi siete comportati, senza rispetto per le nostre strade, facciate, aiuole. Sicuramente i vostri stregoni della pubblicità l’avevano messo nel conto. Sicuramente cercherete di addossare le colpe ad alcuni vostri collaboratori, piuttosto che scusarvi prontamente e recuperare dalla strada tutte questo materiale che avete sparpagliato nelle nostre strade. Appena abbiamo saputo di questo sconcio sono stati mobilitati i nostri agenti della polizia municipale, sono stati elevati circa 50 verbali con sanzioni amministrative per quasi 20.000 Euro. Purtroppo per noi questo esborso non vi arrecherà alcun danno economico significativo. Mi auguro che i miei concittadini sappiano invece sanzionarvi con le loro scelte di consumatori, consapevoli del danno d’immagine che avete inferto alla città. Scegliendo di non scegliere i vostri prodotti, quale vera sanzione per il danno che avete procurato. La stessa cosa avete fatto nella città di Cagliari”.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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