“Per tutta la vita il mio compito quotidiano è stato quello di cogliere il bisogno delle persone e fare il possibile per rispondere. Oggi voglio provarci per la nostra città, insieme a chiunque desideri offrire il proprio contributo e sia convinto che, al di là di enunciati e programmi, siano le persone a fare la differenza” Si presentava così Mario Landriscina, l’esponente di centrodestra, a giugno in occasione della sua candidatura alle comunali di Como. Medico specialista in anestesia e rianimazione nonché coordinatore di quel sistema di emergenza che è il 118 e soccorre le persone in difficoltà. In pratica uno che avrebbe avvertito – il condizionale è d’obbligo – così prepotente la predisposizione al sollievo delle pene altrui da scegliere di farlo per professione.
Quantum oculis, animo tam procul ibit amor. L’amore andrà tanto lontano dall’anima quanto dagli occhi.
Il dott. Landriscina deve aver pensato che il famoso detto di Seneca fosse valido tanto per l’amore quanto per la miseria. Un’estensione dell’interpretazione degna di chi possiede un monolocale emotivo talmente angusto e sguarnito da fargli provare sentimenti solo per ciò che ha davanti agli occhi. Le cose che non si vedono non esistono, molto semplicemente.
E allora, sguainando la fascia tricolore, ha emanato un’ordinanza grazie alla quale, per questioni di decoro, i senzatetto devono essere allontanati dal centro storico al fine di non imbarazzare l’atmosfera natalizia che avvolge Como. Specie in occasione dell’arrivo dei turisti. Non contento del ruvido provvedimento verso quei poveri sventurati ha impedito al gruppo di volontari, che ormai da sette anni alle prime ore del giorno porta generi di conforto ai bisognosi, di rifocillarli.
Un po’ come il famoso “non dargli da mangiare, ché poi torna ogni giorno” intimato dalla mamma al figlio quando questo chiede gli avanzi da portare al gattino randagio che, spinto dalla fame, ha osato sfidare la perfidia umana oltrepassando la recinzione del giardino in cerca di cibo.
Il primo cittadino di Como preferisce non vederlo quel tessuto sociale pieno di strappi e buchi, di ristrettezze e povertà, zeppo di fame. La polvere di un paese che, sotto Natale, ha bisogno di essere abbacinato va nascosta sotto il tappeto. Che corrano in qualche tugurio a rintanarsi come topi, quelli lì. Non è più sufficiente voltare lo sguardo altrove, bisogna rimuoverli dall’orizzonte visivo con la formalità di un’ordinanza. E con urgenza, anche. Landriscina interviene come una mano fulminea davanti agli occhi per stoppare il raccapriccio della scena clou di un film horror. L’occultamento che si sostituisce al soccorso.
E sì che c’infastidisce già abbastanza il tono supplicante del venditore di rose, le sue occhiate compassionevoli atte a far leva sull’anfratto più sensibile e nascosto dove si va a rintanare la nostra pietas, mentre siamo seduti al ristorante con le posate in mano e il tovagliolo in grembo, proprio quando ci si schiude davanti agli occhi l’opulenza di una tavola imbandita. E quanto ci urtano le richieste insistenti dell’ambulante in spiaggia che con la sua importuna offerta di braccialetti osa profanare la sacralità delle nostre ferie, dopo un faticoso anno di lavoro. Ora ci si mettono anche i senzatetto infreddoliti e sdraiati sui cartoni?
Ma diciamocela la verità, una buona volta: non sono loro che ci disturbano, ciò che brucia è l’immagine della miseria. È un buco nella calza che ci procura l’insopprimibile bisogno di coprirlo per dimenticarci della sua esistenza. E allora a ogni passo ci chiniamo per nasconderlo. Dimenticando, però, che più ci abbassiamo e più ci si vede il culo.
[Foto “Clochard” di Francesco Stella – Flickr]
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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