Un paio di settimane fa aveva suscitato grande clamore la bocciatura dell’emendamento, messo in votazione al Senato, sull’uso della lingua sarda nelle trasmissioni regionali della Rai. Il clamore era conseguenza del voto contrario di alcuni senatori sardi, mentre all’ex segretario regionale del Pd Silvio Lai era stata imputata un’astensione. Lai, nelle ore successive, aveva spiegato che quell’astensione era dovuta ad un errore materiale e non ad una volontà politica. In una inchiesta pubblicata sul suo profilo Facebook, il giornalista Massimo Manca sostiene invece che la verità sia un’altra: Lai sarebbe stato assente e non vi sarebbe alcuna astensione. Si tratta di una ricostruzione molto argomentata e ricca di riscontri, di cui riportiamo i brani essenziali:
“Ricapitoliamo i fatti. 30 luglio 2015, Senato della Repubblica, seduta n. 494. E’ in discussione il DDL n. 1880 di riforma del servizio pubblico radiotelevisivo. Salta fuori l’emendamento di Massimo Cervellini (n. 5.352, sottoscritto anche dai senatori Uras e Cotti, mentre Lai se n’è ben guardato). Questo il testo: “Al comma 2, lettera d), sostituire le parole “e in lingua slovena per la regione Friuli Venezia Giulia” con le seguenti: “in lingua slovena per la regione Friuli Venezia Giulia e in lingua sarda per la regione Sardegna”. Si passa alla votazione (n. 178). L’emendamento è bocciato, col seguente risultato: contrari 136, favorevoli 102, astenuti 6 (http://goo.gl/rGWerc). Come ho già avuto modo di raccontare (https://goo.gl/b1HuFB), l’esito della votazione ha sollevato scandalo nell’Isola, con l’informazione locale che accreditava sull’emendanento Cervellino – diversamente da quanto effettivamente avvenuto in Aula – il voto favorevole di tutti i senatori sardi. Ho subito pubblicato il tabulato ufficiale della votazione, dove è ancora possibile verificare il voto dei senatori sardi e di Silvio Lai in particolare. Ebbene, Lai risulta strategicamente assente, mentre Giuseppe Luigi Cucca (Pd) ha votato contro. Tutti gli altri, sì, a favore. Non solo. Dai tabulati si scopre che praticamente l’intero gruppo Pd al Senato ha votato contro (con le eccezioni di Angioni e Manconi, favorevoli), con una sola astensione: la senatrice Rosaria Capacchione”.
Come si diceva, Lai ha replicato alle accuse con un lungo post su Facebook nel quale imputa la sua astensione ad un errore materiale. Secondo Manca, la versione del senatore non sarebbe confermata dalla verifica degli atti. “Ma, dove risulterebbe questa fantomatica astensione? Non lo dice e non lo documenta, tocca fidarsi. E invece no, i “risultati” si possono verificare. Nei tabulati del Senato (votazione n. 178, seduta n. 494). Qui http://goo.gl/FdLPWL e qui http://goo.gl/a49F6T.
Non basta? E allora andiamo a controllare anche il resoconto stenografico ufficiale del Senato. Qui: http://goo.gl/bRWn4J A pagina 848 viene evidenziata l’assenza del senatore (se per errore Lai si fosse astenuto – come sostiene – nel tabulato apparirebbe una “A”). Sempre nel resoconto stenografico, questa volta a pagina 762, per la votazione 178 vengono riportati complessivamente 6 astenuti: 3 nel Gruppo “Per le Autonomie”, 2 in quello “Area Popolare” (NCD-UDC) e 1 per il Gruppo “Pd”. Un’ulteriore conferma la si trova su OpenPolis (http://goo.gl/rGWerc). Se poi, più in dettaglio, si vuole avere prova di chi fosse l’unico astenuto nella votazione, basta ritornare ai tabulati del Senato. L’unica “A” appare segnata accanto al nome di Rosaria Capacchione”.
Massimo Manca esamina poi la segnalazione dell’errore che, a detta dello stesso interessato, Lai avrebbe formalmente indirizzato all’Aula. E, anche in questo caso, la consultazione dei documenti porta a conclusioni opposte rispetto a quanto dichiarato dal senatore.
“Quante volte Lai è intervenuto nella seduta 494, sul DDL di riforma della RAI, magari anche solo per segnalare l’errore di votazione? Manco una volta. L’ho detto, documentato e ribadito: risulta ufficialmente assente. C’è poi una parte molto eloquente nel resoconto ufficiale di seduta, si trova a pagina 949. Qui sono riportate le segnalazioni dei senatori relative alle votazioni effettuate. Ecco la trascrizione integrale: “Disegno di legge n. 1880: sull’emendamento 1.490, il senatore Gasparri avrebbe voluto esprimere un voto favorevole; sull’ordine del giorno G1.102, il senatore Pagliari avrebbe voluto esprimere un voto contrario; sugli emendamenti 1.464, 5.410 identico all’emendamento 5.411 e sull’ordine del giorno G1.105, il senatore Collina avrebbe voluto esprimere un voto contrario e sull’ordine del giorno G01.202, un voto favorevole; sull’ordine del giorno G3.100 e sull’emendamento 2.7500/160 (prima parte), la senatrice Favero avrebbe voluto esprimere un voto contrario e sull’emendamento 6.500, un voto favorevole; sull’emendamento 5.265, la senatrice Fattorini avrebbe voluto esprimere un voto favorevole”.
E la segnalazione “immediata” di errore tanto decantata da Silvio Lai?
Non pervenuta”.
Insomma, secondo Manca l’astensione su cui si incardina la difesa dell’ex segretario sardo del Partito democratico non è confermata dalla verifica degli atti parlamentari.
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