In mezzo al dolore e al cordoglio per la morte di Pinuccio Sciola non poteva mancare una polemica. A finire sotto accusa è stata stavolta l’informazione nazionale, accusata da più parti di avere censurato la notizia ignorando la grandezza dell’artista di San Sperate. Il tutto sarebbe da ricondurre all’odio che gli italiani nutrono da sempre verso i sardi, un odio che in questo caso si spingerebbe sino alla cancellazione dalle cronache di un mito vivente, proprio in quanto sardo. Ma è reale questo silenzio?
Cerchiamo nelle pagine dei quotidiani nazionali online se vi sia traccia della notizia. Il Corriere della Sera alle 13.41 di venerdì 13 maggio pubblica un ampio ricordo di Sciola firmato da Stefano Bucci, nelle cui righe si riconosce pienamente la statura mondiale dell’artista. Il pezzo è così titolato: “Morto Pinuccio Sciola, scultore delle pietre musicali”.
Lo stesso giorno, il sito web di Repubblica titola “Morto Pinuccio Sciola, l’artista che ha dato voce alle pietre”. Il pezzo appare in un taglio alto della home page del quotidiano, tra le notizie principali della giornata.
Il 14 maggio, Il Giornale dedica un lungo ricordo a Pinuccio Sciola sottolineandone “l’immensa produzione artistica”.
SkyArte parla invece di “fama mondiale”, nel ripercorrerne la biografia ed il lungo percorso artistico.
Nella seguitissima rubrica Italians, sul Corriere della Sera, Beppe Severgnini ricorda oggi con toni commossi la sua amicizia con Sciola, aggiungendo la foto delle sculture esposte nella sua casa di Crema. Il Corriere della Sera, il più letto giornale italiano, ha peraltro dedicato l’intera pagina della Cultura a Sciola.
“L’abbraccio di Parma a Pinuccio Sciola”, titola invece la Gazzetta di Parma, dove lo scultore aveva lasciato tracce indelebili della sua verve artistica.
E la notizia della scomparsa appare anche sulla home page del quotidiano La Sicilia, a dimostrazione della fama universale di Sciola. Rainews 24 ha dedicato servizi alla notizia in ogni edizione del suo Tg, il 13 maggio, notizia apparsa anche nel sito della televisione pubblica.
La conclusione è che la morte di Sciola non è affatto passata sotto silenzio ma, al contrario, ha avuto ampio spazio in tutti i principali media nazionali. Nelle cui redazioni c’è – pensate un po’! – anche gente abbastanza intelligente da valutare la grandezza degli artisti indipendentemente dal loro luogo di nascita.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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