Per i texiani e zagoriani c’è un evento speciale questi giorni in edicola: i due eroi della Bonelli editore si incontrano. Non era semplice anche perché il momento storico era diverso (Zagor è ambientato in anni antecedenti alla saga di Tex) e tra i due corrono almeno 30 anni di differenza. La soluzione è il palcoscenico della collana “Tex Willer” dove vengono narrate le gesta del ranger prima che diventasse davvero Tex Willer. In questo caso il giovane Tex è intorno a 20 anni e Zagor, quindi, dovrebbe averne 50 molto ben portati. La storia è molto bella e ben miscelata, anche credibile. Il primo incontro che avviene solo a pag. 72 ed è la classica “scazzottata” dove nessuno vince. C’è poi una lunga discussione tra i due: Tex irruento e giovane con Zagor più pacato e riflessivo. Io, lo dico subito, sono figlio di Tex; l’ho conosciuto a casa di un mio zio quando avevo circa tredici anni e il titolo del primo album che mi capitò tra le mani fu “Dramma al circo”. Da quel momento decisi di collezionare quelle storie ed oggi ho praticamente la collezione completa (seppure non tutta originale). Con Zagor abbiamo avuto diversi innamoramenti ma l’ho trovato sempre troppo “fantastico”; un universo più onirico rispetto a quello rude e cattivo di Tex. Per dirla tutta: con il ranger non c’è molto da discutere (d’altronde è un texano), i cattivi sono cattivi e solo lui decide se sono cattivi per sempre o se è possibile dargli una seconda chance. Con Zagor tutto si complica, lo spirito con la scure è meno giuggiolone, più critico, pensoso, disposto al dialogo. Detto questo arrivo ad una conclusione: amo Tex perché è quello che non sono mai stato e non sarò mai. Mi piace Zagor perché si avvicina di più ai miei ideali ma è troppo complicato. Come gli uomini. Qualcuno dirà che questi sono solo fumetti e si sbaglia: Tex è Zagor sono cosa seria, molto seria. Leggeteli e decidete da che parte stare, perché questo è, in fondo, il ballo della vita.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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