Il 3 gennaio del 1496 fallisce la prova della macchina volante di Leonardo Da Vinci. Ma non muore l’idea per l’uomo di poter volare. Librarsi da terra è stato il sogno da sempre coltivato e cantato nelle strofe dei poeti. Quel poter ondeggiare leggeri e fuggire da quella terra che non raccoglie grandi orizzonti è il leitmotiv di molti libri, film, canzoni. Anche nei nostri modi di dire odierni troviamo sempre la locuzione “voliamo alto”, quello che sfugge “è volato via” o, per dirla con Fernando Pessoa “solo perché è stato, è volato e oggi è già un altro giorno”.Le canzoni che ci hanno accompagnato nelle giornata terrene ricorrono spesso alla fantasia del volo. Così in Venditti “vive una città dove gli uomini sanno già volare” oppure c’è “la voglia di cantare, la voglia di volare” nelle canzonette di Bennato; Baglioni gioca con la metafora del passerotto in sabato pomeriggio “che voleva vivere, volare, che toglieva il fiato” o, addirittura Eugenio Finardi ci dice che “oggi ho imparato a volare”. Ci giochiamo sempre con la voglia di volare che è fuggire, estraniarsi, essere impalpabili, leggeri, lontani. Vorremmo scappare via dalla quotidianità, poter prendere un volo e abbandonare tutto, lasciarsi indietro le incertezze, le paure, i casini quotidiani. Oppure voliamo con la fantasia verso mondi lontanissimi, verso un infinito che non c’è, con la speranza di essere più liberi, più fragili, più piccoli. Poi, di colpo, ritorna la realtà e ci rendiamo conto che anche il grande i Leonardo fallì la prova della macchina volante tanto che Mogol, qualche secolo dopo, scrisse una canzone più terra terra, lasciando perdere il volo e le ali: “quel gran genio del mio amico” (riferito a Leonardo, ovviamente) riuscirebbe a riparare tutto “ e potresti ripartire, certamente non volare ma viaggiare!”E, come si dice in tutte le compagnie aeree del mondo, ovunque voi siate in questo momento: buon volo!
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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