Io, poi, la palla non l’ho vista più. Perché nella vita si può anche vincere ma non si può esagerare. Non perché uno conta le lacrime miste al sudore. No quelle ci stanno, le partite finiscono sempre con qualcuno che costruisce sorrisi davanti ad un altro con la faccia dipinta di disperazione che con il tempo passerà, ma esagerare non è bello, anche se è un gioco e il gioco ha le sue regole. Chi è più bravo vince. Chi se lo merita, vince. Chi osa, chi non si distrare, chi riesce a sconfiggere le macumbe e le visioni con la razionalità vince. E io, la palla non l’ho vista più. Uno sportivo poteva solo ammirare le fattezze di undici ragazzi votati alla vittoria, costruiti per quello; ma un tifoso un po’ più pasticciato e meno accorto, come io ritengo di essere, volevo che si, vincesse la squadra più brava, ma senza esagerare. Ed invece ecco che ci siamo ritrovati a contare quei gol, una stilettata al dio della poesia, al ricordo, al tabù della storia, alla sconfitta con l’Uruguay nel 1950, solo di misura: 2 a 1. Un’inezia. Ed invece ecco: la voragine, calpestare la storia e la leggenda, passare sul samba, sulla gioia, sull’allegria triste, sull’ossimoro della vita brasiliana come dei carri armati, apparentemente senza cuore. Ma non è così. Io, poi, la palla non l’ho vista più. Perché non la potevo vedere. Perché non la volevo vedere. Perché io, tifoso pasticcione e sognatore amo da sempre le poesie di Pablo Neruda e il fantastico mondo di Macondo. Come potevo innamorarmi della perfetta enciclopedia ecumenica tedesca? Non potevo. E son rimasto, con un pizzico di “saudade” in più, dalla parte degli sconfitti, anche perché dall’altra parte non c’era neppure lo spazio per poter respirare. Buona Argentina-Olanda a tutti. E che vinca, come sempre il migliore. Ma senza esagerare.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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