La comunicazione è una parte necessaria degli esseri viventi, si sa. Comunicano i cuccioli alle mamme, comunicano le piante e comunicano persino i colori. Comunicano le aziende, con i propri claim o sotto la voce “chi siamo” nella propria home page Provengo dal mondo della comunicazione, ecco perché ne conosco la preziosità. Certo, prendo svarioni pure io, mi capita di scambiare un termine con un altro o talvolta vedo facce perplesse mentre spiego. E le virgole, le virgole sono la mia bestia nera provo incertezza nel piazzarle e lo so che ora cercherete di scovare l’errore col ditino cattedratico, voi virgologi dell’ultima ora. Ma quando si danno informazioni, il dare per scontato, è una grave mancanza. Piuttosto meglio metterci un ossequioso «Come Lei mi insegna» se si teme di dire qualcosa in più Ma sempre e comunque: Melius est abundare quam deficere Prendi ad esempio alcuni incroci del centro di Sassari in cui manca la segnaletica e ci si dovrebbe affidare alla precedenza a destra, peccato che chi non è a conoscenza del nudismo segnaletico dia per scontato di percorrere la via principale, quindi col fischio che controlla la sua destra. E obiettare che piantare un palo con lo stop non sarebbe così dispendioso e che tanto non va innaffiato ma migliora la sicurezza, non serve. Chi a Sassari guida da anni ti risponderà “ma si sa”. O prendi ad esempio le Cliniche coi loro padiglioni, dovrai chiedere alla guardia giurata dove trovare tale reparto e se ti va di cubo, trovi chi ti guiderà come un filo di Arianna, se invece trovi quello che ha appena visto la busta paga, ti indicherà in malo modo in quale piano si trovi e lì dovrete muovervi tra gli anfratti. Può succedere che vi fermiate nella sala d’aspetto sbagliata perché in una porta è scritto “PET” e quando chiederete a un medico che esce da lì, magari vi sentirete dire con scherno «Ma signora, no. Per la PET deve entrare nel reparto cardiologia, attraversarlo, girare a destra e poi trova un cartello grande così con su scritto PET, si sa» O ancora succede che aspettiate per ore un bus (dai sassaresi chiamato tram che si chiama desiderio) perché un cartello comunica la fermata proprio in quel punto: «Mi scusi, ho visto passare IL 5 (sottintendo “il bus”), ma non si è fermato» «Ah ma LA 5 (sottintende “la linea”, credo) non ferma qui, ma laggiù dove c’è il cartello vecchio, si sa» Che io prendo ad esempio Sassari ma non è che da altre parti si sia immuni. Insomma se dalle informazioni date per strada a quelle pubbliche negli ospedali o in altre istituzioni ci faceste il favore di consumarvi un po’ di più a informarci, eviteremmo di sfracellarci negli incroci, di perdere l’autobus o di vagare per i corridoi con sguardi vacui rischiando di essere portati al SerT. Sisappiatelo!
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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