Sabato 18 marzo alle ore 21 e domenica 19 alle ore 19 al teatro comunale “Andrea Parodi” di Porto Torres, nell’ambito del festival “Etnia e teatralità”, la Compagnia Teatro Sassari presenta in prima nazionale la divertentissima farsa in tre atti “Quando il marito va a caccia” di Georges Feydeau, per la regia di Alfredo Ruscitto. I testi di Feydeau sono un concentrato di comicità, un congegno perfetto pronto ad esplodere come una bomba ad orologeria. Il suo teatro fatto di porte aperte, porte chiuse, armadi rifugio, letti del peccato, che spesso rimangono intonsi, visite improvvise , intrecci machiavellici e invenzioni dall’esito esilarante. Il suo teatro è farcito di situazioni al limite dell’assurdo che catturano lo spettatore. Il suo è un teatro che non lascia spazio agli sbadigli, sopraffino nell’immaginare la reazione dello spettatore, che immancabilmente ride per come si sviluppano le azioni. Questi meccanismi li ritroviamo tutti nel “Il marito va a caccia”. Anche in questa pièce gli intrecci sono molteplici, lui, lei, l’amante di lui, l’amante di lei, il marito dell’amante di lui. Tutti a creare quel turbinio di situazioni comiche che rendono unico questo autore della Bella Epoque. Nella versione del Teatro Sassari la vicenda è ambienta a Sassari. Murenu, l’amico di famiglia corteggia assiduamente Ludovica, moglie fedele di Passino, che gli si concederebbe se venisse a sapere che il marito la tradisce. Ironia della sorte, viene a sapere che il consorte, con la scusa della caccia, s’incontra segretamente con la moglie dell’ingenuo Cassano, proprio in via Università 40, dove i personaggi s’incontrano per consumare le loro avventure extraconiugali. Quella che per Murenu e Ludovica doveva essere l’inizio della loro storia d’amore si trasforma in un calvario, con un susseguirsi di colpi di scena, incontri misteriosi , scambi di persona, in cui si muovono i vari personaggi come l’eccentrica contessa La Torre, caduta in disgrazia, il ridicolo commissario Brignano, che non ne azzecca una, lo sfaticato e imbroglione Guglielmo cugino di Passino. Ciò che Feydeau mette alla berlina è il perbenismo della società , povera di sentimenti autentici, ipocrita e contradditoria ed è da questa dicotomia che scaturisce l’irrefrenabile comicità che continua, ieri come oggi, a divertire il pubblico di tutto il mondo. Ne sono interpreti Mario Lubino, Alessandra Spiga, Emanuele Floris, Alfredo Ruscitto, Claudio Dionisi, Margherita Nurra, Paolo Colorito e Michelangelo Ghisu. Scenografia Vincenzo Ganadu; scenotecnica Scenosist; luci e fonica Marcello Cubeddu. Patrocinio Regione Sarda, Fondazione Banco di Sardegna e Comune di Porto Torres. Per info 079/200267 e 349/1926011.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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