Sono giorni che mi chiedo cosa succederà quando l’industria di scarpe Bata assegnerà il premio messo in palio nel concorso #batacontest, la cui testimonial è la mia compaesana Melissa Satta. Ho sentito lo spot alla radio e dovrebbe funzionare più o meno così: uno si fa una foto con un paio di scarpe della marca in questione ai piedi, poi la posta su Instagram con l’hashtag #imbata e attende le reazioni. La foto che riscuoterà il maggior numero di like vincerà la gara e l’autrice (mi pare più cosa da donne) sarà premiato con mille euro di shopping da spendere in scarpe Bata. A questo punto entra in gioco la mia compaesana Melissa Satta, che parteciperà allo shopping con la vincitrice. Sì, la mia compaesana Melissa Satta. Perché anche se è nata a Boston, vive a Milano e della pronuncia non si direbbe, Melissa Satta è cresciuta ad Arzachena. Me la ricordo sgambettare da piccola per la casa quando andavo dal padre – stimato architetto nativo di Buddusò, nelle grazie del principe Aga Khan – e mi ricordo della nonna maestra elementare e del nonno tassista, che caricò sulla sua Mercedes Lady Diana Spencer e Dody Al Fayed alla fine delle loro ultime vacanze in Costa Smeralda, prima dello schianto fatale a Parigi. Quindi, la prima volta che mi dovesse capitare a tiro, le chiederò personalmente di soddisfare questa mia curiosità. Ecco, io vorrei sapere in cosa consiste praticamente la sua partecipazione allo shopping della vincitrice? La aiuterà a scegliere modelli e colori? Le porgerà il calzascarpe come fanno le commesse? Non prendetela come una provocazione, la domanda è sincera: cosa prova, uno, a comprarsi un paio di mocassini e uno stivaletto avendo accanto una velina moglie di calciatore? Si sente meglio, dopo? Non lo so. Io so solo che per me comprarmi un paio di scarpe è un momento di intimità e non voglio nessuno accanto. Ho sempre paura di avere un calzino bucato o che, quando mi levo gli stivali, qualcuno nei dintorni cada svenuto, come accadeva in uno spot di alcuni anni fa della Geox. Quindi io Melissa Satta non ce la vorrei, se dovessi vincere il primo premio al #batacontest. Tra compaesani è giusto dirsi tutto.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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