Ditemi cosa vi fa sentire così forti, così cinici, così preparati ad urlare contro un gruppo di persone inermi, stanche, disperate, spaventate. Ditemi cosa vi ha portato su quel molo a lanciare ingiurie, a pontificare, a chiedere morte e gogna per degli innocenti, rei soltanto di essere nati dalla parte sbagliata. Eppure, almeno noi sardi, di parti sbagliate dovremmo essere preparati: sono stati scritti libri che hanno riempito intere biblioteche, sterminate pagine di storia e di vessazioni. Noi, quelli che siamo stati bollati dalla lega come inutile fardello della ricchezza padana e che sarebbe stato meglio venderci per fare cassa. Noi che siamo stati sempre ultimi o, comunque, considerati sempre un “dopo” da quelli che urlavano “prima il Nord”. Ditemi cosa vi è successo – perché qualcosa deve essere successo – per poter riempire le bocche di ingiurie e rifiutare uomini in difficoltà, voi cristiani e, magari, cattolici, ferventi frequentatori di tempi sacri che dovrebbero farvi riflettere sulla carità e sull’accettazione degli altri. Ditemi cosa vi è preso per voler lanciare i sassi contro i nuovi samaritani, le Marie Maddalene disperate, cosa vi è passato per la mente di non voler concedere un pezzo di pane e un po’ d’acqua potabile a chi ha fatto del naufragio la propria vita e non certo per colpa sua. Ditemi perché dovremmo sederci vicino a chi, fino a ieri, ha promesso soldi ai pastori, lavoro agli agricoltori, opportunità ai cassintegrati con la voce grossa e suadente di chi aveva la soluzione in tasca, il pragmatismo del nord, per poi abbandonarci tristemente senza neppure lanciarci una scialuppa di salvataggio. Diteci cosa c’è di diverso tra noi figli di una terra antica e questi 125 migranti delusi, tristi, non considerati, ingannati e ritenuti reietti dal mondo emerso. Ditemelo che noi non siamo come loro, che possiamo permetterci di sputare il nostro vicino, che possiamo seguire uno del nord che ci indica la strada con un rosario in mano. Ditelo e ditelo, magari, sul sagrato di una chiesa e chiedetevi, a questo punto, che valori conservate nelle vostre tasche, posto che ne abbiate e che vi sia rimasto un vestito per coprire la vostra indegna nudità. Ditemi che questo dei migranti è il problema che ha distrutto la nostra isola. Provate a dirlo a tutti i sardi e fatelo senza vergogna. Se ci riuscite.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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