24 febbraio 2004. Stanno per scoccare le cinque del mattino. Sui monti dei Sette Fratelli compare la sagoma di un Cessna 500. L’aereo si prepara ad atterrare all’aeroporto di Cagliari. A bordo ci sono sei persone e un cuore.
Alessandro Ricchi, responsabile della Cardiochirurgia all’ospedale Brotzu di Cagliari, è su quell’aereo. Con lui ci sono l’assistente, Antonio Carta e il tecnico Gian Marco Pinna. Pilota e copilota, Helmut Zullner e Thomas Giacomuzzi, sono austriaci come la compagnia proprietaria del velivolo, un terzo membro dell’equipaggio, Daniele Giacobbe, è di Messina e si trova a bordo per addestramento. L’aereo, partito da Vienna, aveva fatto scalo a Ciampino dove aveva imbarcato l’equipe medica e il cuore.
Al “Brotzu” di Cagliari un uomo attende l’arrivo del Cessna. Il cuore, espiantato a una donna al “San Camillo” di Roma, è destinato a lui.
Le condizioni meteo sono buone. Zullner contatta l’aeroporto militare di Decimomannu. Chiede, probabilmente per motivi di urgenza, di effettuare un avvicinamento a vista notturno alla pista di atterraggio. Il “visual approach” viene autorizzato dai due addetti della base radar dell’Aeronautica militare, il tenente colonnello Bruno Scatena e il maresciallo Antonio Caponigri che invitano il pilota a prendere contatto con la torre di controllo di Elmas.
Il Cessna 500, atteso a minuti sulla pista 32, non arriverà mai a destinazione. Si schianta alle 4.49 sullo sperone di Baccu Malu. Ai soccorritori non resta che recuperare sei cadaveri e un cuore ormai inservibile.
Sui motivi dell’incidente si aprirà un duello giudiziario che culminerà con una sentenza della Cassazione. I giudici della Corte suprema confermano le precedenti sentenze in primo grado e in appello. Il tenente colonnello Scatena e il maresciallo Caponigri, difesi dall’Avvocatura dello Stato, vengono condannati a due anni di reclusione per omicidio colposo. In sostanza, avrebbero autorizzato l’atterraggio a vista senza fornire al pilota le informazioni sull’orografia del terreno nonostante l’aereo si trovasse fuori rotta e volasse troppo basso. Verdetto duramente contestato dall’Associazione nazionale degli assistenti e controllori della navigazione aerea (Anacna) secondo cui i due controllori avrebbero svolto correttamente le funzioni loro richieste, legate essenzialmente alla separazione del traffico aereo per evitare il rischio di collisioni.
Al pilota, che non conosceva l’orografia del territorio di Cagliari ed era sprovvisto delle carte di navigazione, fu raccomandato di non scendere al di sotto dei 2500 piedi. L’impatto avvenne a 3300 piedi.
L’uomo in attesa, al Brotzu, dovette aspettare un altro aereo e un altro cuore. Quando arrivarono, non sopravvisse al trapianto.
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