Foto Spada/LaPresse 26 December 2018 Milano ( Italia ) sport calcio Inter vs Napoli - Campionato di calcio Serie A TIM 2018/2019 - Stadio San Siro Nella foto: koulibaly Photo Spada/LaPresse December 26 , 2018 Milan ( Italy ) sport soccer Inter vs Napoli - Italian Football Championship League A TIM 2018/2019 - San Siro Stadium In the pic: koulibaly
Se i gemelli dei “Blood Honour” di Varese, vicini alla comunità dei “dodici raggi” e altri interisti accolti sotto l’ala del movimento neofascista “lealtà e azione” rappresentano il mondo del calcio io non posso appartenere a quel mondo. Se scontri ed alleanze son legate a vendette, a scontri ed amicizie, come l’ultima tra supporter del Nizza e dell’Inter contro la tifoseria napoletana e rappresentano il mondo del calcio io non posso appartenere a quel mondo. Se dei tifosi del Nizza scrivono sulla loro pagina facebook “Solidarietà e pensieri ai nostri fratelli interisti e a tutti gli amici della Curva Nord. Rip Dede”, riferito alla morte dell’ultrà interista e questo rappresenta il mondo del calcio io non riesco ad appartenere a questo mondo. Quando i poliziotti devono scortare i tifosi delle squadre ospiti per paura di un agguato che, purtroppo, a volte non è neppure scongiurato e sono costretti – i poliziotti – a difendere e difendersi per una partita di calcio significa che quello non è più uno sport e non può essere il mio mondo. Se dei tifosi insultano un uomo, un giocatore, un ragazzo per il colore della sua pelle, allora siamo giunti alla fine della partita e non sono necessari più i supplementari. Quello non è il mondo del calcio, non è il mondo dello sport e non può essere il mio mondo. Ho guardato, da sportivo, la partita Inter-Napoli, convinto di essere davanti ad una manifestazione di gioia, di allegria, di sport, dove si può vincere o perdere e la vita, la vita di tutti, non si modifica. Evidentemente mi ero sbagliato. Vergognandomi per i fischi e per la morte di un uomo ho deciso che può bastare. Se quella che guardavo non era una semplice partita di calcio allora posso pure farne a meno. Il calcio è un’altra cosa, credetemi.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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