Quando ero ragazzino andava molto di moda un poster, quello in foto: l’immagine dell’arresto di un anarchico che se la ride, moltissimo, di quel momento e di chi gestiva quel momento, quello della negazione della propria libertà.
La frase che albergava sotto l’immagine a caratteri cubitali recitava “Una risata vi seppellirà”. E’ attribuita a Michail Bakunin, anche se monca della prima, fondamentale, parte del periodo. L’intera frase aveva infatti un volume di progettualità contro i poteri e l’indicazione del mezzo appropriato per combatterli: “La fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà”, diceva.
Oggi a Parigi è successo che – con quella che alla fine degli anni ’70 veniva chiamata “geometrica potenza” – dei terroristi hanno distrutto le possibilità umane che la Francia e il mondo intero godessero di quella fantasia ridendo e pensando, quella della redazione di Charlie Hebdo. Hanno atteso il mercoledì, il giorno in cui il settimanale di satira riuniva la sua redazione per organizzare il lavoro, per regalare le pallottole di vendetta a quelle anime critiche, tutte insieme riunite.
La censura dilatata fino a diventare negazione dell’altro, soppressione dell’altro: questa l’unica arma a disposizione degli stolti, dei senza cultura, dei senza capacità di accoglienza, dialogo e reazione alla satira con le medesime energie: immagini e parole. Quando non si hanno parole non si ha fantasia e, spesso, è proprio la fantasia che difetta al potere.
E chi fa satira, usa sarcasmo, ironia, dissacrazione, proprio questo conosce degli angoli bui del potere, la sua difficoltà a reagire con simmetria a questa critica, a questo stile di critica.
E chi fa satira, usa sarcasmo, ironia, dissacrazione proprio questo conosce dell’animo popolare: la gioiosa potenza della risata, la sua capacità di arrivare al pensiero attraverso altre vie che non quelle di Cartesio. Perché qui aveva ragione Giordano Bruno. E infatti sta ancora a ricordarcelo in Campo dè Fiori a Roma…
Perché la satira che erutta risate è potente, ed è potente perché dissacra apparenze, riti, simboli, elementi dei rapporti asimmetrici avvitati nei ruoli sociali dati troppo spesso per scontati. E proprio perché non sono scontati la satira riesce spesso a svelarne altre facce, altri spigoli, altre verità spesso nascoste ai più, taciute, o non facilmente comprese.
Proprio perché la satira non è obbligata alla informazione del reale ma tende alla sua trasfigurazione, alla caricatura, allo spiazzamento degli sfondi, dei set in cui si muovono i potenti, al paradosso estremo.. proprio per queste sue caratteristiche è potente. Perché è come l’acqua, si infila in ogni sentiero dell’umano sentire e dell’umano pensare, e non è controllabile, gestibile, contrattabile.
Perché la satira, anche quella estrema e soprattutto quella estrema, conserva dentro di se grani di verità, e chi ride grazie all’ironia e al sarcasmo li assaggia quei grani. E la verità è pericolosa, quasi sempre. Perché la verità che viene dal pensiero scosso dalla risata è pericolosissima: perché una società che ride e pensa è altamente democratica.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Quando c’erano gli operai. (di Giampaolo Cassitta)
La strana storia del Dr. Gachet. (di Giampaolo Cassitta)
Temo le balle più dei cannoni (di Cosimo Filigheddu)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo non esiste (di Francesco Giorgioni)
Elisa o il duo Mamhood &Blanco? (di Giampaolo Cassitta)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Morto per un infarto Gianni Olandi, storico corrispondente da Alghero della Nuova Sardegna (di Gibi Puggioni)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 17.708 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design