“Buongiorno, ci interesserebbe quella collinetta dietro Porto Cervo, Il panorama è eccezionale”
“Sa che sono terreni agricoli, vero?”
“Come no? Infatti volevamo farci un’azienda modello, allevamenti bio che vanno di moda, produzione di miele, ortaggi e altre cose buone e sane. Ci servirà magari qualche tettoia, depositi per gli attrezzi e altri piccoli edifici non invasivi che ci servono per fare una fattoria modello. Venga a trovarci appena può e porti pure i bambini”
Che sia cominciata così questa storia delle ville con piscina costruite a “La Nialiccia”, collina vista mare smeraldino, utilizzando autorizzazioni agricole? Può darsi. Non è la prima volta che accade, si dirà. A me, però, appare incomprensibile il motivo per cui questi stratagemmi ormai arcinoti non vengano stroncati all’origine. Di fatto, la collina di “La Nialiccia” è diventata una zona residenziale, con ventisei ville e piscine, un bed and breakfast e pure una rimessa per imbarcazioni.
Perché, in tutto questo tempo, l’amministrazione comunale di Arzachena, dopo aver rilasciato le autorizzazioni, non ha pensato di controllare cosa stesse accadendo da quelle parti? Eppure la Costa Smeralda è da sempre un boccone appetitoso per gli appassionati del blocchetto. Io non so se l’ufficio antibusi abbia inviato qualcuno dei suoi a controllare e segnalare a chi di dovere ciò che i titolari delle concessioni stavano combinando, tirando su graziose villette con piscina al posto di arnie e pollai.
Penso che, se l’intervento fosse stato preventivo, “La Nialiccia” sarebbe rimasta quello che era: una bella collina verde affacciata sul mare. Ora, probabilmente, tutto verrà sequestrato. E ci vorranno anni, tra un grado di giudizio e l’altro, perché l’eventuale abuso venga conclamato e le ruspe entrino in azione. In ogni caso, il territorio è stato compromesso. Ed è un danno per tutti.
Se c’è una necessità obiettiva, legata a ragioni investigative e giudiziarie, nei tempi di intervento dell’apparato di repressione dei reati ambientali, lo stesso non si può dire per l’azione di controllo e sorveglianza che gli uffici tecnici delle amministrazioni comunali devono porre in essere nel momento in cui rilasciano autorizzazioni, tanto più se si tratta di terreni a due passi dal mare. Possibile che nessuno si sia accorto di niente? Possibile che si possa chiedere una licenza per realizzare una fattoria e ricoprire un’intera collina di ville con piscina nell’indifferenza generale?
Se sia inefficienza o malafede lo stabiliranno i giudici, certo. Ma il garantismo regge fino a un certo punto. Perché qui sembra di avere a che fare con le tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano. Eppure decidono.
pubblicato 11/12/2015
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