Ve l’immaginate?
Un film fantasy ambientato nella Sardegna nuragica?
Con i nuraghi ricostruiti al computer che svettano in tutta la gloria della loro altezza originale?
Quali sarebbero le conseguenze per il turismo?
Provate a pensarci un po’.
Quanta gente verrebbe a vedere i resti di quelle grandiose costruzioni?
Soprattutto dopo aver scoperto quanti sono i nuraghi ben conservati.
Pensate a Santu Antine.
Se avvenisse quel miracolo–dico, Hollywood che scopre la Sardegna e i nuraghi–improvvisamente apparirebbero i cartelli con le indicazioni per arrivare ai nuraghi più belli e importanti già all’uscita degli aereoporti sardi–e dei porti–e tutta la Sardegna sarebbe piena di riferimenti al nostro grandioso passato.
Quanti soldi!
Quanto lavoro per i giovani sardi!
Ma subito mi viene un dubbio: come reagirebbero gli archeologi, certi archeologi?
Mi viene da pensare che molti di loro si organizzerebbero in un comitato per chiedere di boicottare il film.
Forse anche di toglierlo dalla circolazione.
Protesterebbero contro la pseudoscientificità delle ricostruzioni.
Ci metterebbero in guardia contro il possibile uso “nazionalista” del film.
Niente paura, comunque, cari guardiani dell’ortodossia archeologica: ci vorrebbe un miracolo perché Hollywood scoprisse la Sardegna.
Con i nostri governanti e i nostri intellenquenti che fanno tutto, ma proprio tutto quello che occorre perché il mondo ci ignori.
Vi ricordate il libro di Sergio Frau?
Se si toglie la scemenza del megatsunami, un libro interessantissimo.
Peccato la chiusura “fantasy”, con–appunto–lo tsunami.
Oppure no.
Visto che a Stonehenge, con la storia dei culti druidici, si fanno un bel po’ di quattrini.
E di Sergio Frau possiamo dire tutto e il male possibile–e certi archeologi l’hanno anche fatto–ma non possiamo dire che non sia stato preso sul serio a livello internazionale: perfino National Geografic l’ha ospitato.
Se i governanti e gli intellenquenti sardi gli avessero dato una mano, Sergio Frau avrebbe dirottato sulla Sardegna un bel po’ di turisti più o meno intelligenti, ma interessati al nostro passato.
Come ha detto Mario Tozzi: Sardi fatevi furbi!
Ma i nostri intellenquenti come hanno reagito!
Sono mancati soltanto i roghi in piazza con il libro di Frau.
Forse solo per mancanza di fondi, visto quanto guadagnano i “chierichetti” dell’archeologia, come li ha definiti Frau.
Malus e priogosus!
No, non è un caso che la Sardegna sia sconosciuta all’estero.
Il caso Frau dimostra che esiste un impegno attivo da parte dei nostri intellenquenti perché la Sardegna e i nuraghi rimangano “misteriosi”.
Vi ricordate che in settembre il Ministero dei beni culturali–quello di Francesca Barracciu–voleva imporre il silenzio stampa sulle ultime scoperte di Monti de Prama?
Adesso tutti sono fieri, fierissimi, dei Giganti, ma in settembre volevano imporre il silenzio stampa.
Non dimentichiamocelo.
Soltanto la sollevazione della rete è riuscito a impedirlo.
Ora, i Giganti sono riusciti a suscitare almeno una parte di quell’interesse per la Sardegna del passato, che i nostri intellenquenti hanno sempre attivamente boicottato.
Con danno di tutti, ma soprattutto dei giovani laureati in archeologia.
E se non stiamo attenti con i Giganti, non ci rimarrà altro da sperare se non nel miracolo che Hollywood ci scopra: noi e il nostro passato.
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