E così abbiamo scoperto che un uomo, ricco certo, potente, forse, intoccabile, almeno fino a oggi, ma pur sempre un uomo solo ci ha cambiato la vita, almeno tre anni della nostra vita, che a ben vedere non sono proprio pochi.
Era il 24 gennaio 2008, il Presidente del Consiglio Romano Prodi, a seguito del voto negativo sulla fiducia al governo, rassegnava le dimissioni al presidente Napolitano che le accettava.
Ebbene, oggi, a quanto emerge dalla sentenza definitiva emessa mercoledì scorso dalla prima sezione penale del tribunale di Napoli, abbiamo saputo che Silvio Berlusconi avrebbe pesantemente corrotto il senatore De Gregorio, eletto con l’Italia dei Valori, e poi passato con il centrodestra, con l’obiettivo di “ condurre una guerriglia urbana “ contro il governo di centrosinistra che si reggeva su una maggioranza risicata… Con il passaggio all’opposizione di Sergio De Gregorio il Governo, infatti, aveva perso la maggioranza degli eletti in Senato. Risultò decisivo l’apporto dei senatori a vita, e il 28 febbraio 2007 il senatore Sergio De Gregorio negò la fiducia a Prodi… era il primo episodio di un’agonia che spinse il Presidente del Consiglio a consultare più spesso il presidente Napolitano che i suoi elettori.
Ma vediamo cosa sarebbe potuto succedere se quel giorno il governo uscente non avesse pagato definitivamente la guerra d’indebolimento ai suoi danni manovrata dal leader dell’opposizione. Due decreti sulle liberalizzazioni, certo, non erano stati risultati particolarmente brillanti da parte del governo uscente, ma bisogna tener soprattutto conto di ciò che quel governo non aveva potuto fare a causa proprio delle difficoltà interne acuite dalla forte campagna di destabilizzazione operata dal senatore De Gregorio. Fatto sta che ciò che purtroppo sarebbe riuscito a fare il successivo governo Berlusconi nei tre anni successivi della legislatura fu tremendamente più nefasto, tanto che di alcuni provvedimenti di quel triennio da incubo paghiamo ancora le conseguenze. Cosa sarebbe successo infatti se non ci fosse stata l’approvazione del cosiddetto decreto Alitalia sul salvataggio della compagnia nazionale dei trasporti aerei? Sicuramente l’Italia sarebbe stata più ricca e noi con essa, visto che la relativa mancata vendita ad Air France ci sarebbe costata oltre quattro miliardi di euro delle nostre tasche… e che dire dei vari lodi e decreti su misura, dal lodo Alfano (sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato poi dichiarata incostituzionale) al cosiddetto ddl del processo breve, che fissava a 2 anni la durata massima di ciascun grado di giudizio, pena la prescrizione del reato, se questo era punibile con non più di 10 anni di carcere (la proposta includeva anche i reati di mafia e fu poi accantonata) per finire con quello sul legittimo impedimento, che eliminava il potere discrezionale del giudice nel decidere la fondatezza del legittimo impedimento a comparire in un’udienza penale invocato dal Presidente del Consiglio dei Ministri o da un Ministro… sicuramente non avrebbero permesso a Berlusconi di chiudere la legislatura da uomo libero e proporre mostruosità come il decreto Gelmini sulla Scuola, e su questo decreto mi limito a registrare lo sconvolgimento causato nell’ambito dei meccanismi di assunzione, di fronte ai quali il presente disegno di legge sulla scuola ha tentato di metter ordine. Certo, la storia non si fa con i se e con i ma, però quel 24 gennaio tutti noi siamo stati artificiosamente sottoposti a tre anni di storia che non sarebbero mai esistiti senza la totale assenza di scrupoli di un uomo ricco, potente e intoccabile, convinto per nostra totale sfortuna d’essere in primo luogo, e soprattutto, “ l’unto del Signore “…
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