Tu cammini nel centro della notte. Quasi senza paura. Perché nessuno ti può raggiungere. E tue sei forte. Hai messo dentro molto alcool. Hai disinnescato le inibizioni. Sei simpatico, sei tosto, sei invincibile. Puoi partire. Quelle luci lontane sono un orizzonte che non comprendi. Tu sei la pallottola che fa esplodere l’infinito. Tu sei un quadro di Picasso: incomprensibile e bellissimo. Ci sono molte cose che non si spiegano. Passaggi indescrivibili come tra la fanciullezza e l’adolescenza. Arrivano così, senza nessun segno programmato. Arrivano perché devono arrivare. Quasi con naturalezza. Come le bollicine che sprigionano quello spumante. Camminano e sorridono. Non fanno nessun rumore. Quelle luci lontane sono colori che mischiano la vita ed il destino. Puoi incontrarle. O virare da altre parti. Chissà. Le raccomandazioni non sono servite, i genitori hanno sempre troppo parole e pochi gesti. Non capiscono. Non possono capire. Dalle bollicine sei passato all’onda bionda e sinuosa che solo un Rum di un certo livello riesce a raccontare. Con la musica adatta. Magari i Clash o gli Hawkwind che non sono neppure il massimo ed è roba ormai antiquata. Magari l’acidità della vita che ti attanaglia. Ti piace la musica che sprigiona solo rumore. Ti piace anche il secondo bicchiere di rum. Non lo sai perché cammina nelle vene. Ma c’è da festeggiare. Il passaggio dal vecchio al nuovo. Così dicono. L’asticella del tempo dice che è passato un anno e dovremmo ripetere il giro. Fanculo baby. Ci potrebbe stare un altro rum. Perché babbo non porta più i soldi a casa, mamma continua a girare con quei cazzo di panta-collant che sembra un’adolescente tossica, tua sorella è una stronza, come tutte le sorelle del mondo e Marilena è una puttana. Con te non scopa. Dice che non funzioni. Ed ecco che scatta un bel gin tonic per sciacquare lo stomaco e l’anima che urla. Sei simpatico. Sei forte. Sei invincibile. Quelle luci lontane si avvicinano. Quelle cazzo di luci sono occhi che osservano. Quelle merde di luci sono anime che non ti conoscono. Non mischiarti con loro. Hai deciso per un altro gin tonic. Magari lo pisci e lo vomiti. Chissà. Però puoi anche mollare quel vento che spinge. Puoi disinnescare la tua forza distruttrice. Fai una cosa: beviti il mondo ma non offrirlo agli altri. Dentro quella luce che ti sta venendo incontro potrei esserci io. Siediti dietro e dai le chiavi dell’auto ad un altro. Le storie sono belle quando si possono raccontare. Non quando le raccontano gli altri e tu non puoi più ascoltarle.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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