A 24 ore dalla morte di Vincenzo Curtale, il commerciante di Oristano annegato dopo aver salvato due persone dalla furia delle onde nella spiaggia di San Giovanni di Sinis, il COISP, sindacato di polizia indipendente – lo stesso accanitosi contro la madre e la memoria di Federico Aldrovandi- pubblicava nel suo sito web un comunicato dall’oggetto eloquente:
“Togliere il monumento a Carlo Giuliani ed erigerlo a questa persona, vero esempio di senso civico, altruismo, coraggio”.
Con un salto mirabolante, la tragedia ferragostana del Sinis viene accostata ai fatti di Piazza Alimonda del 2001, per quello che sembra uno degli irrinunciabili vizi italiani: la strumentalizzazione politica, alla quale nemmeno un sindacato che si dichiara indipendente sembra voler rinunciare. La strumentalizzazione messa in atto dal COISP procede sulla stessa linea dell’equiparazione tra i senza tetto dell’alluvione calabrese e l’accoglienza riservata ai migranti in arrivo, sempre in Calabria, al motto del solito: “Prima gli italiani!”. Già, i migranti, ancora una volta. Ovvio che il sindacato di polizia abbia un parere anche sulla questione più calda del 2015, quella dell’immigrazione. La posizione è chiara, riassunta da un altro titolo di un comunicato emanato contemporaneamente a quello sulla vicenda Curtale-Giuliani:
Immigrazione, richiedenti asilo che viaggiano per “le vacanze” nei rispettivi Paesi d’origine o che in Italia vanno al night e creano anche problemi di ordine pubblico, il Coisp: “Intervenire subito contro il bluff dei finti perseguitati.”
Visti i toni, questione di ore e potremmo leggere un comunicato in cui la vicenda dei poveri coniugi di Brescia , uccisi da un cittadino indiano, verrà accostata all’intrigo internazionale dei Maro’.
A parte il caso degli accostamenti azzardati, il comunicato del COISP indurrebbe una riflessione su un altro italico vizietto: la corsa ad erigere statue in onore di corpi ancora caldi, a conferire medaglie nel nome di un eroismo che, probabilmente nessuno, da vivo, sognerebbe di vedersi appese al collo; la parallela ossessione di tormentare, ancora una volta, i morti.
Che ognuno si scelga pure i propri eroi, se li vuole, e che si forgino le desiderate statue. A me rimarrà la sensazione che templi, monumenti e simili facciano solo contenti sciacalli e, al massimo, gabbiani e piccioni.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design