Sembra che a Sassari avremo una nuova stagione di amministrazione di destra. E’ nell’aria. L’unico che è certo del contrario è il sindaco Nicola Sanna che vuole ricandidarsi e forse ci riuscirà anche. E’ convinto che il dissenso percepito nei suoi confronti sia molto inferiore a quello reale e che il consenso adesso poco visibile diventerà molto concreto alle elezioni. Penso che abbia ragione. Sono poco indicativi, secondo me, i social lamenti fatti di piste ciclabili, di negri che ci invadono la città ed è tutta colpa del municipio e di isole pedonali che rovinano il centro storico. Quelle, capito?, non Predda Niedda dove molti nostri negozianti hanno investito prima di capire che la zona commerciale extraurbana la stava buttando nel pertugio prima a loro e poi a tutti i cittadini. Penso che, se non cambieranno le cose in una realtà controfattuale che ora non riesco a immaginare, Nicola Sanna riuscirà a farsi ricandidare dal quel Pd che lo ha preso a colpi di roccio a testa sin da prima che vincesse le elezioni, cioè subito dopo che ha vinto le primarie. Mi sembra che ora ci sia aria di pace tra i due. E mi auguro che questa pace non sia stata pagata da Sanna a prezzo troppo caro, cioè mettendo in gioco l’indipendenza per la quale i vertici Pd non volevano come sindaco di Sassari quest’uomo del Pd. Ma se anche lo candidassero non è detto che vinca le elezioni. A Sassari, infatti, non è in crisi l’immagine del sindaco ma quella del suo partito. Tanti anni di opposizione aperta della sinistra al sindaco di sinistra, di mancato appoggio a un progetto politico che dopo la vittoria andava comunque condiviso o anni di assenza di proposte alternative se qualcuno riteneva che il progetto mancasse, la si paga non soltanto nei confronti dell’elettorato di sinistra ma anche di qualsiasi sassarese che quando va a votare pensa alla credibilità dell’area politica alla quale sta affidando l’amministrazione della città. C’è aria di destra, quindi, poiché non credo che i 5 Stelle qui a Sassari possano proporsi quale alternativa, come avviene a livello nazionale. La destra ha candidati forti, come sindaco proporrà l’ex sindaco Nanni Campus e sta raccogliendo consensi per l’Operazione Sassari sia tra i pochi poteri forti di una città debolissima sia tra quelli di Cagliari, che sono quelli che ormai in Sardegna sono forti davvero. Ho letto un articolo di Giovanni Meloni, professore universitario, ex deputato, uomo di sinistra e bravo osservatore politico, nel quale si afferma che il contestato convegno massonico nell’aula magna dell’università è stato oggettivamente il primo passo di una riconquista di Sassari da parte della destra. Una sorta di legittimazione dei nuovi aspiranti al potere cittadino, nonostante la presenza di persone tutt’altro che di destra come Pietro Soddu e Gianfranco Ganau. Non ci avevo pensato. Mi ha molto impressionato. E penso che la destra che potrebbe tornare al potere non sarà la destra tutto sommato con la faccia democratica del primo mandato di Nanni Campus. Dove tuttavia, pur nella correttezza formale, erano indicative certe smorfie istituzionali alla festa del 25 Aprile e faceva pensare il marchio del comune a manifestazioni di stampo fascista (mi riferisco a una nella quale Romano Mussolini presenziava non in veste di pianista jazz ma in quella di Figlio). Ma adesso, comunque, se vincerà, sarà una destra molto diversa. Un’aria più brutta alla quale anche Campus (magari controvoglia, pensa chi lo conosce personalmente) dovrà adeguarsi. Una destra rampante, brutale, la destra dei Salvini e di Casa Pound. La destra alla quale sta rischiando di consegnarci una sinistra che nel nostro Paese sa parlare soltanto di banche. E non si capisce bene se le gestisca o se ne faccia gestire.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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