Una celebrazione come tante, nel cortile del Palazzo Ducale a Sassari. La banda che suona il Silenzio e l’inno di Mameli, i discorsi dei tre giovani studenti, quello delle autorità, di Nicola Sanna, di Gianfranco Ganau, del commissario della Provincia, tutti discorsi che già abbiamo sentito, che già abbiamo nel cuore, che già ci aspettavamo, insomma, la solita celebrazione durante la quale si fa appello ai valori della libertà, della democrazia, si ricorda il sacrificio di migliaia di Partigiani, si sottolineano i principi costituzionali e si ricorda che la Costituzione è nata proprio grazie ai valori condivisi da chi ha lottato contro il fascismo, per la libertà e per la democrazia. Ci siamo tutti, vecchi compagni e nuovi, ci salutiamo, ci abbracciamo e celebriamo anche quest’anno, ricordando che non sempre è scontata la celebrazione del 25 Aprile, che qualche anno fa qualcuno “non ha aperto” il comune, che da qualche parte la celebrazione non si fa più, che qualche sindaco non da il patrocinio… Insomma, la cerimonia si avvia alla conclusione quando interviene il prefetto dottor Giuseppe Marani. Fin dalle prime battute attira l’attenzione. Parla delle donne, l’unico che le ricorda, di quelle donne che durante la resistenza hanno avuto un ruolo determinante al fianco dei partigiani e delle quali poco si sa e poco si dice. Ha elencato i numeri di quante hanno combattuto, di quante si sono sacrificate, di quante sono cadute, parla di Anna Magnani-Pina in Roma città aperta, di Roberto Rossellini, e mentre parla un silenzio attento e meravigliato serpeggia per il cortile divenuto improvvisamente una platea attenta e partecipativa. Ha continuato a parlare delle donne che hanno contribuito, i primi anni della Repubblica, alla produzione legislativa, alla crescita sociale e civile del popolo italiano, ha parlato di Lina Merlin e della legge che porta il suo nome, grazie alla quale si sono chiusi i bordelli, ha parlato delle donne vittime di femminicidio, insomma, nessuno si aspettava, da un prefetto, un intervento così elevato, così sensibile così originale, un intervento Politico, sentito, che ha commosso le decine e decine di donne presenti, e quando ha concluso applausi scroscianti, una vera stending ovation! Grazie, signor Prefetto, ha dato una bella lezione di democrazia, di sensibilità e di rispetto, tanto che molte di noi hanno deciso di nominarla “Donna ad honorem”.
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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