Fa più notizia Belen o il drastico taglio dei fondi europei destinati al riequilibrio tra le regioni? Mi pare non ci sia storia. Si dirà che parliamo di… fondi diversi ma è evidente che l’Europa è tanto determinante per le nostre sorti quanto trascurata dai mezzi di comunicazione. E non bastano migliaia di seminari e convegni per invertire un trend che, soprattutto in Italia, appare ormai cementificato.
Nei giorni scorsi ho preso parte a un seminario di formazione dedicato proprio a questa tematica, organizzato dall’ufficio di informazione in Italia del Parlamento europeo. La seconda giornata proponeva un incontro con tre europarlamentari della circoscrizione insulare: Renato Soru, Salvatore Cicu e Michela Giuffrida. Dal dibattito è arrivata qualche notizia interessante.
La prima è che, nonostante la giunta sarda dei professori, la progettazione per i fondi europei 2014-2020 procede a rilento come quando, al governo, c’erano i politici “puri”. Cicu, in proposito, ha affermato di non essere certo del numero dei progetti “made in Sardigna” giunti finora al capolinea. “Ma – ha affermato – dovrebbero essere tre”. La seconda notizia è che, a detta di Renato Soru, la Regione è solita arrivare alla scadenza con pochi progetti e tanti soldi da impiegare. Con il risultato che, pur di spendere il più possibile, alla fine si finanzia qualsiasi cosa. La terza notizia è che si va verso un drastico ridimensionamento dei fondi europei di coesione. Secondo Michela Giuffrida, eurodeputata siciliana, già dal 2021 le cose cambieranno. Eppure, a dispetto dell’importanza vitale dei soldi europei per lo sviluppo infrastrutturale soprattutto nel Mezzogiorno, l’argomento sembra non appassionare i nostri media.
In sintesi. Mentre l’Ue sta già programmando i fondi del periodo 2021-2028, in Sardegna (e non solo) non sappiamo ancora come spendere quelli assegnati nel 2014 che, peraltro, quanto a consistenza, negli anni a venire saranno solo un bel ricordo. Colpa della Regione che non riesce a dare un senso compiuto alla parola “programmazione” oppure scontiamo tutti una scarsa conoscenza e una altrettanto scarsa preparazione sulle dinamiche delle istituzioni europee? Probabilmente entrambe le cose.
Il giovane sindaco di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai, giornalista, ha bisogno dei fondi europei per risolvere alcuni problemi importanti che riguardano la sua comunità. A questo dovrebbero servire i fondi di coesione. Peccato che partecipare ai bandi presupponga una capacità di progettazione a livello europeo che i suoi dipendenti comunali, quasi tutti sulla sessantina, non possiedono. È un problema anche questo.
L’Europa non sarebbe così lontana se avessimo deciso di conoscerla. Invece, continuiamo a restituire indietro i soldi per poi piangere miseria. Temo che resteremo l’isola delle occasioni perdute.
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