Il Santone, quella persona così carismatica ma prima di tutto così buona, empatica. Lui sa ascoltarti, è un tutt’uno con te quando parli e proprio ora che sei così vicina a cedere. La tua malattia, la morte della persona più cara, in questi giorni ti vedi così brutta, così poco accettata, sempre fuori luogo e non ti senti di appartenere a nulla. Eppure hai il peso di un mondo sulle spalle curve.
Eccolo! Sembra mandato da una forza superiore, sì sicuramente lo è. Lui arriva con la sicurezza di chi sa cosa sia meglio per tutti noi, è mandato da Dio, anzi lui stesso è Dio.
Durante i rituali è riuscito a scacciare quel brutto male alla signora Germana, le ha fatto bere un intruglio amaro, ma si sa che più è amaro e più fa bene.
Poi ci sono le madri che di fronte alla vulnerabilità dei giovani figli, temono il “plagio” di una personalità non ancora formata.
Le sette esoteriche. Gruppi guidati da un leader capace di modellare le menti più giovani. Non più solo gruppi spirituali. Sempre più si nascondono dietro lezioni di tecniche di apprendimento, sviluppo della memoria. Maurizio Alessandrini, presidente dell’associazione familiari vittime delle sette, racconta di un recente caso «In questi giorni stiamo seguendo il caso di una ragazza. È malata, avrebbe bisogno di cure, ma è stata convinta dal gruppo esoterico di cui fa parte a rifiutare ogni terapia. Teme che i farmaci potrebbero interrompere il suo cammino spirituale»
Un momento! Aspetta questo assomiglia a qualcosa che ho letto proprio in questi giorni ma i ruoli sono tutti scombinati. Non è una ragazzina a essere stata plagiata direttamente anche se in ogni caso lei è la prima vittima di questa storia inquietante.
No in questo caso c’è un prete che con l’autorevolezza del suo abito talare, pare praticasse esorcismi “arrangiati”. Non è ufficialmente un esorcista secondo il canone 1172 del Diritto canonico. I suoi modi un po’ troppo duri nei confronti della “posseduta” che in questo caso è una ragazzina di 13 anni. A essere plagiati in questo caso, sono i genitori che affidano completamente la loro figlia alle “cure” del sacerdote. E di cure in realtà la piccola aveva bisogno, era in terapia per alcuni problemi e ha dovuto abbandonare qualsiasi protocollo ufficiale per sostituirlo sembrerebbe con la cura inventata dal prete, una dieta a base di latte e biscotti e rituali esorcisti. Dalle accuse della sorella maggiore, l’unica in famiglia a non essere abbacinata dal santone, si è potuti risalire ad altre vittime di don Michele Barone, finito in carcere con l’accusa di Violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni. Mentre i genitori della piccola vittima, sono ora ai domiciliari. Così come il vice questore anche lui forse un adepto plagiato di questa setta parallela alla Chiesa, si chiarirà la sua posizione. Il poliziotto pare aver cercato di convincere la sorella maggiore a ritirare la denuncia, ecco perché ora è coinvolto nelle indagini.
Quello che sconcerta di più è che in questa allucinante situazione, proprio i punti di riferimento, quelli che avrebbero dovuto essere degli approdi per i più fragili, quelli che dovevano allontanare personalità malleabili dalla seduzione delle sette, in questo particolare circostanza, assumono i connotati dei carnefici: i genitori convinti dalla loro fede che non avrebbero messo in dubbio la figura del rappresentante della Chiesa, anzi sembra lo ascoltino anche quando consiglia loro di allontanare quella figlia maggiore che con la sua omosessualità aveva “contaminato” la più piccola; il poliziotto che avrebbe dovuto tutelare l’intera famiglia e poi lui, il sacerdote accusato di aver perpetrato azioni terrificanti nei confronti di giovani donne.
La ragazzina aveva il diritto di essere come tutte le coetanee con la pelle di pesca, fare la vita di tutte le altre, trascinare il suo zaino-trolley al mattino e andare a danza la sera. Ma non era una ragazzina come tutte le altre, aveva quei suoi problemi del comportamento ed è allora che è arrivato puntualmente il Santone. Quella persona così carismatica ma prima di tutto così buona, empatica. Un uomo di Chiesa.
Sparo pixel alla rinfusa, del resto sono nata sotto un palindromo (17-1-71), non potevo che essere tutto e il contrario di tutto. Su una cosa però non mi contraddico «Quando mangio, bevo acqua. Quando bevo, bevo vino» (cit. un alpino)
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