Salem, attuale Massachusets, anno 1692. C’è un uomo disteso sulla schiena, coperto di pietre. Si chiama Giles Corey, ha ottant’anni ed è un allevatore.
A Salem, una colonia britannica, regna la paura. Non solo per le continue scorrerie degli indiani. Da un anno la gente del villaggio non fa altro che parlare degli strani comportamenti della figlia e della nipote del parroco. Le due ragazze strisciano per terra, si nascondono, fanno gesti e discorsi incomprensibili. Non c’è una malattia da curare e, se c’è, non la si conosce.
Il diavolo si aggira nel villaggio. Il diavolo prende possesso dei corpi delle donne di Salem. Non sono più due. Ce ne sono altre sei che si comportano in maniera strana. Vengono interrogate. E fanno altri nomi. Chi è come voi? Dove sono le altre streghe? All’elenco si aggiungono la schiava del parroco, un’anziana inferma, una mendicante che parla da sola.
La figlia e la nipote del parroco non mostrano segni di miglioramento. E la caccia continua, senza pietà. Strega è pure una bambina di quattro anni, in quanto figlia di strega. Il carcere non accoglie solo donne. Sotto accusa finisce il vecchio pastore del villaggio. E, in qualità di marito di una strega, Giles Corey. Martha, sua moglie, è al centro delle attenzioni del villaggio. Viene interrogata in presenza delle possedute, le quali dichiarano di provare dolore ogni volta che Martha si morde le labbra o si torce le mani. Vorrebbero linciarla.
Giles Corey, a differenza degli altri imputati, rifiuta di riconoscere la Corte che ne dovrà decidere le sorti. Non risponde alle domande. Potrebbe salvare la pelle semplicemente confessando di essere un seguace del diavolo e facendo qualche altro nome. Così, d’altronde, si erano comportati tutti, fino a quel momento.
Da due giorni, sul torace di Giles Corey, ottant’anni, allevatore di Salem, qualcuno sistema pietre pesanti. Potrebbe chiudere quell’agonia, confessare, citare nomi a caso. Invece continua a rivolgersi ai suoi boia chiedendo “altro peso”, beffardamente, fino alla morte che finalmente arriva il 19 settembre del 1692.
A Salem furono processate 144 persone, 54 delle quali confessarono di essere dedite alla stregoneria. Le condanne a morte eseguite furono 19.
La storia non ci dice per quale motivo Giles Corey scelse di morire schiacciato, sotto il peso delle pietre. Penso abbia intuito che spezzare la catena fosse l’unica possibilità di cacciare via le streghe dal suo villaggio. A pensarci bene, vale anche oggi.
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