Il nuovo ministro dell’Interno Marco Minniti ha affermato, in un’intervista al settimanale l’Espresso, che sicurezza è una parola di sinistra, anzi: “Sono da sempre convinto che la sicurezza sia pane per i denti della sinistra”. Distrutti, con poche parole anni di certezze e che erano paletti ben distinti: la sicurezza, i muscoli erano di destra, la discussione, il dibattito, la parola invece di sinistra. Anche la canzone del Maggio di Fabrizio De André ce lo ricordava esplicitamente: “E se credete ora che tutto sia come prima, perché avete votato ancora la sicurezza la disciplina”. Minniti ha sdoganato la sicurezza o, come afferma qualcuno, tenta di sdoganare la sinistra. Strizza l’occhio a chi vuole mostrare i muscoli, cerca voti dall’altra sponda in maniera sicuramente più dalemiana del giovane segretario Renzi. Chissà. Ai miei tempi ci perdevamo in molte discussioni su cosa fosse di destra e cosa di sinistra: la cravatta, per esempio era di destra ma io amavo terribilmente le cravatte; il bacio in mezzo alla strada era di destra e chi non lo dava era cretino e non di sinistra; leggere maniacalmente era di sinistra ma non era poi tanto vero. Ho conosciuto compagni infarciti di un’ignoranza crassa e ho conosciuto un compagno che beveva solo bitter Campari perché era rosso ed era di sinistra. Chiaramente era un’alcolista. La sicurezza, invece, non è di destra e neppure di sinistra: è una conquista sociale che dovrebbe essere ricercata da tutti.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design