La maglia di personaggio del giorno non può che essere indossata da Sala. Chi, Claudio Sala? Quello che insieme ai gemelli del gol Pulici e Graziani, insieme all’altro Sala, Patrizio, sono stati i miei eroi del calcio a cavallo degli anni sessanta e settanta? Naaaa, l’altro Sala, Beppe, quello che col calcio non c’entra una mazza, quello che l’Expo è stato un successo, quello che nominato da esponenti di destra è diventato il cavallo di razza della sinistra, che lo ha designato successore di Pisapia alla guida di Palazzo Marino. Beppe Sala, quello che se incontra Barbacetto gli fa barba e capelli a morsi, quello che, se diventa sindaco, la Milano da bere la trasforma in Milano da navigare.. Beppe Sala, un oscuro manager diventato famoso in tutta Europa e pure fuori dall’Europa, persino in Cina che ormai sostiene apertamente la sua candidatura a sindaco invitando tutti i cinomilanesi ad “andale a votale pel le plimalie” (l’unica cosa che me lo fa apprezzare, perché la partecipazione al voto dei cinesi risponde esattamente a quel principio di accoglienza e di integrazione al quale credo fermamente!). Ma a pensarci bene la maglia di personaggio non gliela faccio indossare, a Beppe Sala, che non mi sta proprio granché simpatico. Preferisco farla indossare a un ex calciatore, proprio come Claudio Sala, un ex calciatore che in silenzio, con grande generosità, modestia e altruismo ha “salvato” la famiglia di un suo vecchio compianto collega recentemente scomparso. Lo ricordate Anquilletti? Anguilla lo chiamavano, uno dei più forti e tenaci difensori del calcio italiano, che col Milan ha vinto tutto, una Coppa Intercontinentale, una Coppa dei Campioni, due Coppe delle Coppe, quattro Coppe Italia, uno scudetto. Alla sua morte, avvenuta un anno fa, la famiglia di Angelo Anquilletti scopre di essere in un mare di debiti tanto da essere sul punto di perdere persino la casa per un’ipoteca e un debito di “appena” cinquantamila euro, che nessuno, neppure il “patron” del Milan Berlusconi ha voluto sanare. Ebbene, Roberto Donadoni, attualmente tecnico del Bologna, vecchio amico e compagno di squadra di Anguilla (in tempi diversi, ovviamente) ha pagato quel debito, in silenzio, con la riservatezza che lo contraddistingue. Roberto Donadoni, un amico per l’Anguilla, al pari di un altro che faceva il cardiologo, che cantava “El purtava i scarp de tenis” e che passava sempre a trovare il vecchio terzino del Milan morto povero.
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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