È mancata la cuoca Rita Denza. Per quarant’anni ha firmato la sua prestigiosa cucina dai fornelli del ristorante “Gallura”, nel Corso Umberto di Olbia.
Per un certo periodo ho parlato con lei quasi ogni giorno. Il mio posto di lavoro era dirimpetto al suo locale e nelle serate estive, quando uscivo a notte fonda dalla redazione, la incrociavo mentre si godeva il fresco, abbandonata sulla panchina accanto all’ingresso del “Gallura”. Poche battute o lunghe chiacchierate, a seconda dei rispettivi umori.
Ma non posso dire di averla conosciuta bene.
Conservo però un ricordo intenso dell’ultima volta che sono stato a cena da lei, invitato dall’amico e fotoreporter Antonello Zappadu. Era il 2006 e Antonello lavorava con me nella piccola redazione gallurese di Epolis. Poche settimane prima, Zappadu aveva messo a segno uno scoop clamoroso, tra i più sensazionali colpi giornalistici del nostro tempo: decine di immagini scattate a Villa Certosa documentavano l’intimità tra lo statista Berlusconi e quel mutevole seguito di aspiranti attrici, aspiranti comparse televisive e aspiranti amanti. Foto che ufficializzarono plasticamente quanto si sussurrava da tempo sui frequenti blitz a Porto Rotondo del più potente politico italiano. Foto pubblicate sulle copertine dei giornali dell’intero pianeta e destinate a riscrivere in forma più fedele alla realtà quest’ultima, degradata parte della storia politica italiana. Nonché la biografia dell’interessato.
Il caso volle che un pur minimo contributo a quel servizio fotografico lo avessi dato anche io, perché fu un amico carabiniere a rivelarmi che Berlusconi avrebbe trascorso quel fine settimana di Pasqua in Sardegna. Nulla di sorprendente – le sue parentesi festive a Porto Rotondo erano abituali – ma volli segnalarlo comunque ad Antonello.
Il resto, cioè tutto, lo fecero il fiuto e la tenacia di Zappadu, con quel lungo appostamento culminato in una raffica di sconcertanti ritratti.
Le settimane seguenti Antonello le trascorse sulla graticola, messo a cuocere dagli editorialisti delle televisioni e dei giornali di Berlusconi. S’inventavano ogni possibile complotto ed idiozia per screditare un giornalista che aveva semplicemente onorato il suo dovere: a noi, che sapevamo come erano effettivamente andate le cose, queste miserie provocavano nausee ma anche un certo divertimento.
Quella cena da Rita Denza voleva dunque essere il liberatorio lieto fine di settimane esaltanti per il successo professionale conseguito, ma anche fortemente stressanti per via delle pressioni sostenute dal protagonista.
Ecco, io credo di avere conosciuto Rita Denza quella sera. A tavola, assieme a me ed Antonello, c’erano un collega della mia testata e una coppia di amici. Era tardi ed il ristorante praticamente vuoto. La padrona di casa si mise a sedere accanto a me e a me venne da ridere. Non seppi trattenere la domanda: “Cosa penserebbe di lei il suo cliente più famoso, se sapesse cosa stiamo festeggiando oggi?”.
In effetti non era passato molto tempo dall’ultima visita di Berlusconi: come sempre, dopo un comizio, il Cavaliere finiva a pranzo al Gallura, attorniato e seguito da un plotone di colonnelli vestiti d’azzurro, di simpatizzanti e giornalisti. In un certo senso, la storia era entrata ed uscita dall’ingresso di quel ristorante.
Rita sorrise appena e non rispose. Ma poi iniziò a parlare, con quel suo linguaggio autenticamente umile, con quel suo tono sereno.
Nella sua narrazione ogni portata aveva una sua storia. Ogni ingrediente era la conseguenza di esperienze ed errori da cui aveva tratto una lezione. Ogni fornitore meritava una biografia. Giunse a tavola una polverosa bottiglia di un vino rosso di Mamoiada, molto scenica. E lei delicatamente raccontò la storia di quel vignaiolo timidamente scopertosi piccolo produttore.
Quella notte si parlò di cibo, di saperi e di umanità. Ci dimenticammo delle miserie umane catturate nello scoop. Doveva essere lo scontato canovaccio dei discorsi di quella sera, venne spodestato dalla magia del cibo gustato e raccontato. Avevamo argomenti più interessanti su cui conversare e credo che Berlusconi non sia stato mai nominato, quella sera al Gallura. Anche per questo ringrazio con tutto il cuore Rita Denza.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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