Inverno del 1988. Non piove da chissà quando: acqua razionata e il rumore sordo dell’ autoclave dà la sveglia al mattino ai condomini nei palazzi della città di Cagliari. I miei figli compivano, quell’anno, nove e sette anni. Diventano ragazzini e nel novembre dell’anno prima, in vista delle piogge, avevamo comperato per loro due ombrellini molto carini, uno azzurro, l’altro rosso. I bambini non vedevano l’ora di utilizzare i piccoli parapioggia per mostrarli agli amichetti ed ai compagni di scuola, ma non piove e gli ombrellini restano la’, immobili nel porta ombrelli di casa, quasi infastiditi per non essere stati ancora utilizzati. Nel susseguirsi delle giornate l’azzurro intenso del cielo è, nelle varie sfumature, il colore del mattino, del mezzogiorno e della sera. Abbiamo ormai dimenticato il colore grigio delle nuvole. Gli ombrellini rimarranno inutilizzati nel porta ombrelli quasi per tutto l’ anno. “Ma quando piove?” mi avrebbero chiesto i miei bambini, durante l’intero anno, ogniqualvolta il loro sguardo si posava sui due ombrellini dagli intensi colori azzurro e rosso. Fu un anno di tremenda siccità, ma, come prevedevo, non l’ultimo, purtroppo. L’anno, mai dimenticato, degli ombrellini azzurro e rosso di casa mia.
1994-1995 Dopo sette anni dalla precedente, ecco l’altra siccità in agguato. Non piove in autunno e non piove durante l’inverno. Vivo la siccità in modo ancora più drammatico perchè in quel periodo svolgo anche le funzioni di Commissario straordinario dell’Ente Autonomo del Flumenndosa. A Cagliari hanno ripreso a funzionare a pieno regime gli autoclave condominiali il cui rumore, anche a notte avanzata, copre il vociare di qualche televisore rimasto ancora acceso. La Sardegna è assetata e soprattutto il Campidano, ma non vuol sentirne di piovere. Un fine settimana mi reco dai miei a Santa Teresa Gallura. La domenica pomeriggio, mentre mi appresto a far ritorno a Cagliari, scruto il cielo finalmente plumbeo che promette pioggia. Parto fiducioso, pioverà, ne sono certo, con quel cielo non può essere altrimenti! L’unica acqua che avrei visto per tutto il viaggio di 300 chilometri, attraverso tutta la Sardegna, sarebbe stata, però, solo quella del tergicristallo della mia auto. Una maledizione! Fu un anno terribile con sensibili restrizioni idriche per le campagne e per le città ed i paesi. Ma fu anche un anno di riscatto per il Campidano di Cagliari servito per l’agricoltura e per gli usi civili (quasi 400.000 persone) dai bacini del Flumendosa (Diga del Flumendosa e Diga del Mulargia). Nel 1995 appaltammo e realizzammo, come Ente Autonomo del Flumendosa, ora ENAS, (un grande lavoro di squadra da citare come esempio), i lavori di consolidamento della Diga di Nuraghe Arrubiu sul Flumendosa che in quel periodo poteva trattenere solo 150 milioni di metri cubi dei 300 milioni potenziali. Lavoro complessisimo con l’invaso completamente svuotato e con i lavori più delicati realizzati nelle ore notturne alle temperature più basse. Grazie a quell’intervento la Diga di Nuraghe Arrubiu è stata autorizzata ad invasare la risorsa idrica sino a 263 milioni di metri cubi (+ 113 milioni rispetto alla situazione precedente), tanto che oggi la risorsa disponibile è di 181 milioni di metri cubi, che con quella della Diga sul Mulargia (159 milioni) rendono disponibile per il sistema servito dai bacini del Flumendosa un volume di risorsa idrica complessiva di 340 milioni di metri cubi che ci permette di affrontare il periodo siccitoso in corso con maggior serenità. Ma quella fu davvero una tremenda siccità. In quell’inverno tra il 1994 ed il 1995 il sistema idrico del Flumendosa avrebbe invasato appena 40 milioni di metri cubi di risorsa idrica. Lo stesso volume idrico che lo stesso sistema avrebbe raccolto in un solo giorno l’anno successivo!
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.020 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design