Ma davvero c’è in giro ancora qualche anima ingenua che pensa che il DDL della senatrice Cirinnà sulle unioni civili, già di per sé brutto e monco, approderà a un dibattito parlamentare serio per poi tradursi in una legge a vantaggio degli italiani? Mi spiace deludervi, ma il triste spettacolo a cui stiamo assistendo, con l’ultimo coup de théâtre dell’onorevole Scalfarotto che si è messo a fare un digiuno di pannelliana memoria (che per il momento, a dire il vero, ha dato scarsi frutti mediatici), mi suggerisce solo che qui il problema – per quanto rappresentato in modo grottesco appunto da questa pletora di incapaci, oltre che in cattiva fede e attaccati alle telecamere e al proprio sgabellino sgangherato come le cozze allo scoglio –, è forse più storico e culturale che politico, o meglio: le radici culturale che ci hanno fatto diventare il fanalino di coda, come oggi si usa dire, dell’Europa, con la classe dirigente più ottusa e imbarazzante, che difende la famiglia solo ed esclusivamente a sciabolate ideologiche (tra sentinelle in piedi e inquietanti abnormi savonarola de’ noantri), per poi abbandonarla su tutto il resto, sono dure da estirpare. Giacché, in effetti, si può dire all’Europa dei tecnocrati qualsiasi cosa, ma non certo di non aver lavorato con rigore sui diritti civili. Ma appunto, in Europa le classi dirigenti sono cambiate nei decenni, si sono evolute, cercando di adattare i sistemi legislativi a quelli sociali abbattendo le discriminazioni. Per dire, se prima l’Irlanda condannava duramente l’omosessualità, oggi Oscar Wilde riposa in una pace soave che ci commuove; se in Germania addirittura ci furono le deportazioni, oggi le nuove generazioni riconoscono il ruolo di tutte le famiglie. Qui possiamo invece godere solo della stessa gerontocrazia misogina di metà Novecento, che oggi ha delegato a qualche scaltro giovincello il compito di mantenere saldi i legami con i poteri forti. E chi si è accodato a questo sistema (di cose e di persone per niente belle) non può improvvisamente fare come Alice nel Paese delle meraviglie. E fuori tempo massimo, insomma! Mi spiego e non mi si accusi di prenderla troppo alla lontana. Qui innanzitutto c’è un problema legato alla nostra incapacità e volontà di essere dei veri e autentici cittadini e non dei sudditi. Poiché il cittadino si autodetermina, e quando parlo di diritti civili parlo soprattutto di questo: è l’autodeterminazione che fa di una donna e di un uomo, una cittadina e un cittadino con una coscienza civile. E più una persona è capace di scegliere per sé, più cresce di fronte allo Stato. Ma questo, appunto, non piace a chi ancora ci tiene in pugno: il suddito, a dispetto del cittadino, è infatti facilmente manipolabile, lo si tiene buono con poco, al suddito si sa che basta inchinarsi, un grattaevinci o un santuario della Madonna che va subito in estasi. Per questa ragione il problema dei diritti civili è molto più complesso. Riguarda, per esempio, l’emancipazione socio-culturale della donna o il tema del fine vita. Basti ricordale il cattolico Piergiorgio Welby al quale fu negato il funerale religioso perché decise che avere tubi da tutte le parti che lo mantenevano in vita era diventata solo una tortura, mentre il mostro Pinochet che fece di un palazzetto dello sport una camera di torture, ottenne una cerimonia funebre da faraone. E poi certo, ci sono scandali come quello Marrazzo che invece fanno capire nello specifico il trend culturale che va per la maggiore: l’ex governatore del Lazio, dopo lo tsumani mediatico, esce di scena rifugiandosi in un monastero e non chiede scusa agli elettori, alla moglie e a chi nel suo staff è rimasto senza lavoro a causa del suo comportamento non proprio esemplare, ma manda una lettera di scuse al papa (che allora vedeva ancora il Pastore Tedesco sul soglio pontificio). È chiaro dunque quanto un peccatore, con la sua doppia, tripla e quadrupla morale, cattolico o meno, sia più funzionale in un sistema di Potere (con la P maiuscola, come avrebbe scritto Pasolini) dove la corruzione è un elemento dominante, rispetto a un qualsiasi cittadino che invece rivendica una faccia pulita da esibire. Corrotti e peccatori, redimetevi! Che tanto c’è sempre qualcuno che vi perdona prima della benedizione. Qui arriviamo a un secondo aspetto interessante, che fa riflettere ulteriormente sul meccanismo paradossale della nostra cultura, e che ci caratterizza per essere un popolo incapace di scegliere, perché un colpetto di qua e uno di là tornano sempre utili quando il vento cambia. Mentre appunto l’Europa aggiorna le sue leggi, dalle condanne al totale riconoscimento dell’omosessualità come variabile umana dell’amore, per l’Italia questo deve restare un tema da confessionale che non può inquinare la così detta famiglia naturale. A parte il fatto che non riesco a vedere cosi ci sia di naturale in un soggetto come Mario Adinolfi, ma purtroppo ci tocca anche lottare contro certi froci d’alcova, che custodiscono il loro segreto di pulcinella oltre che appoggiare certe tesi. Ed è evidente che, per quanto gli italiani e gli stessi cattolici siano cambiati in modo radicale, qui il Concordato che ci unisce indissolubilmente con il Vaticano, che è nelle maglie di ogni istituzione sempre e in modo arrogante, continua a proporre il tema della sessualità come l’unico tema su cui la Chiesa non può mollare e su cui appunto non si può legiferare, né contro né a favore. Giacché sarebbe come dire: da oggi il cittadino italiano si comporta solo com’è previsto dalle leggi, non dalla Chiesa. Questa sarebbe già di per sé un risultato di emancipazione, perché escluderebbe la religione di Stato dal dibattito. Ma cosa farebbe mai la Chiesa se non discutesse sempre di sesso, solo di sesso e nient’altro che di sesso? Perché la domanda sorge più che mai spontanea: abbiamo centinaia di migliaia di famiglie nella povertà assoluta, le aziende soccombono sotto un fisco classista e medioevale, la scuola cade a pezzi e l’analfabetismo di ritorno è ormai una realtà, la sanità sempre più contesa dalle lobby farmaceutiche e sotterrata dalle mazzette dove un cittadino del sud deve intraprendere un viaggio della speranza a Milano per operarsi di emorroidi se non vuole rischiare il tifo, un sistema idrogeologico annichilito dall’abusivismo che miete morti appena c’è un acquazzone, intere giunte municipali, compresa quella della capitale, accusate di collusioni mafiose, la totale incapacità di gestire i flussi migratori verso il nostro paese che nei prossimi anni aumenteranno in modo esponenziale anche se li fruttiamo come schiavisti se ci fanno comodo (per esempio per costruire a Milano il Palazzo Regione o l’Expo)… e potrei andare avanti nell’elenco degli orrori della nostra terra dei cachi… ma i vertici carnevaleschi del Vaticano, con le loro palandrane si riuniscono per parlare della comunione ai separati. Ora, è difficile trovare degli accordi politici e invertire la rotta di un Paese in decomposizione di fronte a tutte questi anacronismi schizofrenici e debilitanti, è difficile perché tutto rema contro: qualche altro esempio? Vi ricordate l’insediamento di Casini a presidente della camera di un qualche governo Berlusconi? Bene, chiese la protezione della Madonna. Ma oggi cos’è cambiato? La ministra Madia che promuove le ferie a Međugorje, la ministra Maria Elena Boschi che ha come musa politica Amintore Fanfani, l’Unità che dopo mesi e mesi di stop torna nelle edicole filogovernativo e in adorazione perpetua del papa che viene proposto in tutte le salse a partire dalla sua Enciclica somministrata a puntante. E chi ci crede più a una legge che in ogni caso fin dall’inizio per non scontentare nessuno (perché se io ho un diritto, c’è qualcuno che crede che limita la sua libertà di essere) ha giocato al ribasso, smorzando gli angoli per paura, per convenienza, per mediocrità e superficialità politica, che vuole rimarcare fin dalle prime righe la distanza tra loro e me, tra la loro famiglia e la mia, tra il loro amore fertile, sano, naturale e il mio che resterà sempre e comunque sterile, zoppo, precario, promiscuo, antipedagogico, e che mi dice che qualunque siano state le mie scelte, i miei successi, i miei meriti come uomo, sarò sempre una persona a metà non in grado di educare un essere umano? Per me non passerà mai, né ad agosto né a settembre, né fra dieci anni, con o senza dieta Dukan. È stato fatto apposta, è tutto un balletto molto ben congeniato per scrollare di dosso ogni responsabilità al Pd e garantire la prova costume all’onorevole Scalfarotto. E se mai passerà, non la vivrò come una vittoria, ma solo con l’amaro in bocca di chi paga le tasse rispettando l’amore di chiunque, anche se quel chiunque non ha ancora deciso di rispettare e garantire la libertà di essere del mio. In ogni caso, cari amici che vi sentiti così minacciati da me e quelli come me, fatevene una ragione: la felicità non ha leggi, nonostante la vostra ipocrisia, la vostra cultura della cattiva salute e del disprezzo per l’altrui libertà.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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