Ci sono le domande e ci sono le risposte. Provate a chiedere ad un sardo cosa ne pensa della gestione della sanità e dei trasporti da parte degli assessori di espressione leghista e la risposta sarà una serie di bip bip seguita da esempi più o meno terribili: per la sanità liste d’attesa lunghissime, pronti soccorso da rivedere, chiusura di interi reparti, medici e infermieri che mancano, pediatri introvabili, ospedali da ristrutturare e via dicendo; per i trasporti stessa lista da anni: la 131 è un cantiere, le strade interne da ristrutturare, gli aerei non garantiscono la territorialità promessa, le navi non ne parliamo. Provate a porre la stessa domanda a Matteo Salvini e lui, candidamente, come se fosse sceso fresco fresco da un pianeta lontano (ma basta stare “in continente” o nella sua fantastica Padania) risponde, dopo aver dato voti assolutamente positivi ai due assessori: “Ci siamo fatti carico di problemi complessi. Vogliamo risolverli, dopo i tagli della sinistra che aveva diminuito i punti nascite e non garantito la continuità territoriale. Mi sono speso anche personalmente con Solinas, per incontrare i vertici di Ita. In ambito sanitario ritengo poi, nonostante le difficoltà ereditate da una cattiva gestione, che la Sardegna abbia affrontato emergenza Covid con grande capacità”. Stupisce, davvero, nell’intervista rilasciata alla Nuova Sardegna, l’elenco di “buone intenzioni” che possono anche passare in una campagna elettorale ma lasciano alquanto perplessi i sardi i quali la realtà la vivono tutti i giorni e non è certo il problema della diminuzione dei punti nascite quello di cui ha bisogno la sanità isolana. Poi, quando gli si chiede del come intende risolvere il problema dell’assenza dei medici e della sofferenza dei reparti ospedalieri, la risposta è di quelle da concorrente di Miss Italia d’altri tempi che voleva la pace nel mondo:“Il problema dell’assenza dei medici è una piaga che riguarda tutte le regioni senza fare distinzioni”. Il mitico vice questore Rocco Schiavone aggiungerebbe, con l’espressione chiara ed inequivocabile di Marco Giallini: “ e Sticazzi?”. E continuerebbe con la stessa locuzione in quanto all’altra domanda dove il giornalista gli chiede cosa cambierebbe in Sardegna se a governare a Roma fosse il centro destra, Salvini con destrezza e voglia si stupire risponde: “Quando ero al Viminale, produttori e pastori erano venuti al ministero per affrontare il tema del prezzo del latte. Anche qui i fatti dimostrano il nostro impegno. L’attenzione per i territori è uno dei punti qualificanti del nostro programma”. Anche qui, il nostro vice questore Schiavone avrebbe la risposta pronta ma se la stessa domanda la ponete ai pastori e ai produttori non c’è “sticazzi” che tenga perché la rabbia è ancora alta e l’attesa per le risposte di Salvini Ministro dell’interno le stanno ancora aspettando come nel Sulcis continuano ad attendere la risposta di Putin alla telefonata promessa dall’allora candidato presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ci sono le domande e ci sono le risposte. Poi ci sono i voti. Il 26 settembre il partito di Salvini continuerà a mietere consensi anche in Sardegna, anche dopo queste parole, anche dopo queste promesse inutili. La differenza tra lui e chi lo voterà è una sola: dopo il buon risultato sull’isola sorriderà e con la stessa faccia di Giallini/Schiavone dirà, con accento lumbard: “e sticazzi?”. E tutto rimarrà come prima. In attesa dell’aumento del prezzo del latte, dei medici, di una sanità dignitosa e della risposta di Putin. “E sticazzi?”
Giampaolo Cassitta.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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