Purtroppo è vero che oggi tira più una notizia sbagliata che un carro di buoi. Tanto poi si sa, quell’angolino invisibile su cui pubblicare rettifiche, si trova sempre. Si creano così consensi e si spostano voti, e con loro, innumerevoli teste alla ricerca di opinioni da far proprie. Oggi non basta nemmeno più parlare per frasi fatte, siamo all’evoluzione del vuoto cosmico, abbiamo addirittura l’avvilente necessità che le frasi fatte, ce le faccia qualcun altro. Abbiamo bisogno che qualcuno ci consegni il concetto, l’opinione e le frasi da sfoggiare nei bar già confezionate. Una vera e propria filiera del pensiero. Assistiamo così, inermi, alla morte del senso critico e alla nascita della riflessione take away. Un fast food scellerato in cui servono, come piatto forte, i nostri cervelli su piatti di plastica e senza contorno. I master chef di questi tristi ristoranti sono, come già avrete largamente immaginato, giornali e televisioni. L’abitudine di questi ultimi anni, quella di esasperare un argomemto in voga, ha raggiunto livelli insostenibili, oltrepassado di gran passo i confini col ridicolo e col tollerabile. Mi spiego meglio. È risaputo che creare paure, fobie, e seminare dubbio e sospetto ripaghi sempre, perchè il super eroe di turno, quello che cavalca l’onda, abbaia soluzioni ed ingoia consensi a furor di popolo, è subito pronto. Ma argomenti del giorno quali femminicidio, bullismo e terrorismo, giusto per fare qualche esempio, andrebbero trattati con più rispetto ed accuratezza. Perchè c’è tanta differenza tra una donna investita da un fottuto alcolizzato e un altro episodio di femminicidio. C’è un mare che corre tra un immaturo maggiorenne che caga per i corridoi di un albergo perchè ubriaco, ed un’altra povera vittima del bullismo. E soprattutto, c’è parecchia, ma parecchia distanza, tra un sanguinario terrorista esecutore della strage al museo, ed un ragazzo immigrato seduto tra i banchi di scuola a studiare italiano. Quindi, inconsapevoli destinatari di propaganda, spettatori, vi prego, non mandate giù ad occhi chiusi ogni polpetta avvelenata che vi lanciano. Pensateci un po’ su. E voi, dispensatori di demagogia, siate più responsabili nel consegnarci l’informazione, vi prego, perchè comunque, prima o poi, arriverà il giorno in cui pagherete le conseguenze delle vostre azioni, perciò, assumetevi la vostra responsabilità adesso, esattamente come adesso, la ragazza del bar, dovrà assumersi la propria, sapendo che sta per farmi un caffè. Pagato ben un euro e trenta cazzo di centesimi.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
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