Terreno difficile, insidioso ed irto di trappole mortali, quello sul pianeta “female“.
Per un uomo è sempre più difficile parlarne -ché sembra una intromissione indebita- di certe psicologie e comportamenti (apparentemente) ‘tutti al femminile’. Dobbiamo stare molto attenti, nel raccontare il nostro (masculino?) punto di vista.
Ed è vero che tendiamo, noi maschietti, spesso a buttarla sul lato sessuale o estetico la valutazione di una donna, più che sul lato professionale e/o di merito. Non starebbero lì a lottare ancora perché questo non accada le “femen” nostrane più toste. Ẻ una lotta che considero sacrosanta!
Eppure, non è che le valutazioni e le parole spesso usate dagli uomini, per descrivere le donne, siano poi davvero più dure o volgari o più cattive di quelle espresse da molte delle donne nei confronti di altre, anzi, leggo e sento critiche molto più pesanti e pregiudizi ben più profondi a volte. Cose che, se fosse un uomo a dirle, non durerebbe integro per più di tre minuti.
Quando certe donne parlano delle donne, non fanno prigioniere, sanno arrivare a livelli di cattiveria pari almeno a quelli dei loro vanti.
Dell’uomo poi, certe donne tracciano i contorni più gretti o le considerazioni più passionali spesso utilizzando gli stessi parametri e gradienti (leggi “luoghi comuni” utilizzati dal maschio-medio-italiano per descriverle) cospargendone indistintamente tutto il genere “male“, senza sconti o distinzioni.
Quando le donne parlano male degli uomini, non se ne salva mai nemmeno uno sopra i dodici anni.
Oppure, questo me lo dovete concedere, alla pari dei maschietti più ispirati dalle tempeste ormonali, in molte salvano ed ammirano sempre il belloccio della situazione, per poi scoprire che bello è bello, ma magari è pure il più stronzo di tutti, colui che le fa soffrire impietosamente e più soffrono, più se ne innamorano. L’estetica, troppe volte, non lascia indenni nemmeno loro, le donne.
Poi c’è il distacco, la contrapposizione forzata, la divisione ricercata e rimarcata ogni passo. C’è il sentirsi e volersi sentire ad ogni costo diversi ed io continuo a trovare tanto strano quanto controproducente questo atteggiamento per una causa che dice di mirare all’uguaglianza e alla parità. Anche nel vantarsi vedo squilibri scomodi e controproducenti e, ritenendo io alla pari una Genio femmina quanto un Genio maschio, non posso esismermi dall’osservare che chiunque è quello che è, a prescindere dal genere, nazionalità, fede o pensiero politico. Non vedo differenze fra una stronza ed uno stronzo, fra una “preparata e seria” ed uno “serio e preparato” e non vivo, grazie ad una educazione efficace quanto spontanea (la paritarietà l’ho conosciuta da sempre in casa mia) nessun pregiudizio o preconcetto nei confronti di nessuna/o, non vivo nessun “complesso di superiorità”.
Ma vi sento, soffrendone, quando vi dedicate alla ricerca spasmodica dell’annullamento dell’altro genere, sento e vedo i muri che si ergono da una parte e dall’altra, le barriere fatte di millenni di incomprensione e di arroganza anzi che di dialogo e di integrazione. Sento la malizia e la cattiveria di certe esternazioni utilizzate fra di voi (ed anche questo “voi” mi pesa scriverlo, continuo a vedere solo “noi” fra “umani”) ma vedo anche che le donne, per quanto si lamentino, hanno sempre un potere in più, nel rapporto fra sessi, decidono molto più dei maschietti i loro rapporti ed oggi si lamentano del fatto che siano esse a dovere corteggiare l’uomo che invece… si depila.
Penso che sia assurdo, trattenere l’istinto di un bacio, di una parola o di una carezza sinceri perché si teme di essere denunciati di violenza o stalking, ma questo avviene oggi, moltissimi uomini hanno paura delle donne (badate bene, “paura”, non “Rispetto”), ne temono le reazioni e la caparbietà nel perseguire l’obiettivo vendetta, ne temono l’autorità, perché è per quella e solo per quella che troppe donne si battono e, la politica di questi ultimi vent’anni lo dimostra, quasi sempre senza possedere le dovute “autorevolezza” e “preparazione” ma solo uno spiccato sex-appeal. Cosa che, per fortuna, molte di esse rifuggono e ripudiano, ma sono sempre meno.
Quello che dicono e si dicono le donne, a noi maschi pare non sia permesso dirlo, se usano dei toni e delle parole scurrili nell’esprimersi, loro “hanno le palle“, mentre se lo fanno gli uomini “sono coglioni“. Ne’ più ne’ meno come chi pensa (bipartisan) che un uomo che ha molte amanti sia uno stallone, la donna una puttana. Dietro tutto questo intravedo un velo di razzismo, in fondo. Un razzismo di genere (sempre bipartisan) che tarda ad estinguersi e non solo per colpa degli uomini, ma di elementi di entrambi i generi che non fanno bene a nessuno dei due, tantomeno ad una causa giusta ed importante come questa agognata e mai raggiunta uguaglianza universale.
Non è combattendosi in due eserciti distinti, che troveremo un equilibrio, l’armonia.
E chi come me ne soffre, di questa guerra, è perché non può schierarsi da una parte sola, ma le comprende entrambe.
“Non vediamo le cose come sono, ma vediamo le cose come siamo”. Anaïs Nin
(Spec.Thanks to: Elsa Pascalis)
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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